Taglio delle Guardie mediche, sindaci pronti a dimettersi

“Siamo tutti pronti a dimetterci in massa”. È una foltissima schiera di sindaci della provincia di Catanzaro disposta a rimettere il proprio mandato se i commissari prefettizi nominati alla guida dell’Asp di Catanzaro non dovessero ritirare la delibera del 13 febbraio 2020 con cui vengono soppresse i due terzi delle postazioni di Guardia medica che ricadono nel territorio degli 80 Comuni che fanno parte dell’Azienda sanitaria provinciale con particolare riferimento a quelle dei centri più piccoli, sempre più disagiati a causa della distanza da quelli maggiori.
I primi cittadini firmatari del documento sono quelli di Catanzaro, Lamezia Terme, Miglierina, Cicala, Serrastretta, Gimigliano, Vallefiorita, Carlopoli, Cardinale, Gizzeria, Jacurso, Taverna, Zagarise, Pentone, Martirano Lombardo, Albi, Magisano, Sorbo San Basile, Fossato Serralta, Sersale, Montepaone, Chiaravalle, Platania, San Mango d’ Aquino, San Pietro Apostolo, Settingiano, Pianopoli, Andali, Girifalco, Motta Santa Lucia, Cenadi, Cerva, Stalettì, Borgia, Tiriolo, Marcedusa, Soveria Mannelli, Sant’Andrea Jonio, San Floro, Palermiti, Amaroni, Torre di Ruggero, Gasperina, Feroleto Antico, Marcellinara, Soveria Simeri, Martirano, Olivadi, Sellia Marina, Caraffa di Catanzaro, Nocera Terinese, Isca, Guardavalle e Cortale.
I sindaci hanno anche chiesto alla presidente della Regione, Jole Santelli, di partecipare alla riunione della Conferenza dei sindaci dell’Asp che si terrà il prossimo 4 marzo al Palazzo della Provincia di Catanzaro.
“Sopprimendo ben 35 postazioni sulle 60 attuali si determina, di fatto, l’annullamento della continuità assistenziale in molti Comuni: in questo modo i presidi assistenziali verrebbero a trovarsi distanti anche quasi venti chilometri fra strade tortuose, di montagna, spesso impraticabili dalla postazione più vicina”, hanno scritto i sindaci.
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