Arte/ “Il Sogno di Jacob”, docufilm su Nik Spatari e il Musaba
Un docu-film tra realtà e sogno, tra cultura e natura, su una storia senza tempo e senza spazio che ha preso forma tra le aspre pendici dell’Aspromonte. E’ stato presentato lunedì mattina, nella sede della Regione Calabria, a Catanzaro, “Il Sogno di Jacob”, ispirato alla vita artistica di Nik Spatari, fondatore, insieme a Hiske Maas, del “Musaba”, il “Museo Santa Barbara”, laboratorio d’arte unico nel suo genere, nato a Mammola (Reggio Calabria) da un progetto del pittore, scultore e architetto originario del piccolo centro aspromontano. Dopo aver lavorato fuori Calabria, a cavallo tra gli anni ’60 e 70, insieme a Hiske Maas, decise di tornare nel suo paese di nascita per realizzare un museo-laboratorio di arte contemporanea sui resti di un monastero nella Vallata del Torbido, al cui interno è postato il grande affresco tridimensionale del “Sogno di Giacobbe”, uno dei capolavori di Spatari che dà il titolo al docu-film. L’opera è stata realizzata con i fondi Pac 2014-2020 della Regione Calabria per la valorizzazione del sistema dei beni culturali calabresi, con il sostegno della Fondazione Carica, il patrocinio della Calabria Film Commission e del Parco nazionale dell’Aspromonte, e la produzione dell’associazione culturale “Le sei Sorelle”. La regia del “Sogno di Jacob”, che dura quasi un’ora, è stata realizzata dal cosentino Luigi Simone Veneziano, su soggetto e sceneggiatura di Alessia Principe: tra gli interpreti Francesco Paglino, Enzo De Liguoro, Pino Torcasio e anche lo scrittore Gioacchino Criaco, che in un cameo intervista Spatari parlando della bellezza della grande “ombra lucente, l’Aspromonte”. Il docu-film, ha spiegato il regista Veneziano, “narra in chiave meta-cinematografica, intervallando momenti reali a frammenti di fiction, la storia di Spatari, il mondo creativo dell’artista calabrese amato da Picasso e Cocteau, il rapporto con la sua terra le lotte sostenute con Hiske Maas per difendere il ‘Musaba’. L’idea del ‘Sogno di Jacob’ è nata due anni fa quando ho conosciuto al Musaba due persone incredibili che vivono in un luogo incredibile, Nik e Hiske, la cui energia mi ha pervaso. Ho così coperto una storia che ti tocca, una storia senza tempo, impersonata da due persone che a un certo punto si trasferiscono da Parigi in questo lembo di Calabria per creare da un rudere un laboratorio-museo, che si innesta poi un contesto naturale straordinario in modo delicato, rispettandone i contorni. Oggi – ha proseguito il regista Veneziano – sono onorato di averla raccontata, e spero che l’opera possa portare ragazzi in questo posto, che ha bisogno di energie”.
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