Appalti, Senese (Feneal Uil): “Il nuovo codice favorirà la corruzione”

“Questo codice degli appalti rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad oggi per contrastare la corruzione nella realizzazione delle opere pubbliche, a scapito di tutte quelle aziende sane che contribuiscono con il loro lavoro trasparente alla crescita e allo sviluppo del nostro Paese e che si collocano su un livello di confronto paritario con tutte le altre imprese europee”. Lo afferma Maria Elena Senese, segretario generale della Feneal Uil Calabria. “Il nuovo testo – scrive in una nota – rafforza la tesi del massimo ribasso come elemento premiale per vincere un bando, a cui fa eco però un aumento della revisione dei prezzi all’80% vanificando così il ribasso ad aggiudicazione avvenuta e utilizzando il percorso delle varianti in corso d’opera. E che dire – aggiunge – del programma di diminuzione e qualificazione delle stazioni appaltanti, quando il nuovo codice eleva l’importo a 500.000 euro per l’affidamento diretto, dichiarando di voler sostenere i piccoli comuni? Senza contare tutto ciò che riguarda le decisioni in merito al subappalto senza limiti e senza controlli, alle varianti in corso d’opera, fino all’ampia suddivisione in lotti di un unico appalto e la possibilità che la stessa impresa si aggiudichi più lotti con il general contractor, oltre alla decisione di riesumare al 100% l’appalto integrato che ci riporta indietro al 2001 con la legge obiettivo di cui sono noti i fallimenti ottenuti. Il nuovo codice non è certo uno strumento di semplificazione, ma è piuttosto un arretramento in termini di sicurezza, qualità del lavoro e stabilità occupazionale. C’è la necessità in questo Paese di qualificare il settore delle costruzioni, tutelando i lavoratori e favorendo le imprese serie e strutturate che investono in qualità. Il codice degli appalti non può non essere lo strumento attraverso il quale le imprese si selezionano distinguendo tra quelle virtuose e qualificate da quelle che sfruttano. Il rischio – conclude – è che il nuovo testo si traduca in meno tutele per i lavoratori e per la legalità dell’intero settore delle costruzioni”.