Appalti, Minniti: “Rispetto per le norme della legalità non è perdita di tempo”

COSENZA. “Questa terra ha di fronte a sé una sfida: deve dimostrare una cosa che a parole è semplicissima e cioè che si può investire in Calabria e far sì che queste risorse siano spese in maniera tempestiva e bene, nell’interesse della collettività”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, che ha partecipato, lunedì mattina, a Cosenza, alla firma del protocollo per la trasparenza e la legalità negli appalti dell’Università della Calabria. Non si tratta di atti inutili, ha sottolineato Minniti. “Dobbiamo sgombrare il campo da un convincimento, e cioè che le regole e il principio del rispetto di legalità siano un modo per perdere tempo – ha detto Minniti – come se ritornasse il principio dei lacci e dei lacciuoli rispetto alla spesa pubblica e alla crescita. I principi di legalità non hanno mai ritardato nulla, ma quando sono stati applicati hanno consentito la realizzazione delle opere”. Alla cerimonia erano presenti il prefetto Gianfranco Tomao, la presidente della Commissione antimafia, Rosy Bindi, il rettore dell’Unical, Gino Crisci, il procuratore Spagnuolo, il vescovo emerito Mons. Nunnari e i vertici delle forze dell’ordine. “È un protocollo molto impegnativo, e l’Università, che ha proposto e fatte proprie regole molto più stringenti, dà un segnale molto importante alla società calabrese, e cioè che una grande stazione appaltante spontaneamente, attraverso un suo progetto, si impegna a rispettare regole molto più stringenti rispetto alla legge. Sappiamo che rendere gli appalti impermeabili alle infiltrazioni mafiose è un punto fondamentale” ha detto Minniti, aggiungendo che “l’obiettivo non è quello di contenere la ‘ndrangheta, ma di sconfiggerla”. Non è mancato un simpatico siparietto. Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha provocato una sonora risata quando ha parlato di “uomini d’onore”, riferendosi al prefetto e al rettore dell’Unical. “Spetta al prefetto e al magnifico rettore far sì che questo protocollo diventi realtà – ha detto Minniti – ed essendo uomini d’onore sono certo che lo faranno. “omini d’onore nel senso più alto del termine – ha precisato subito Minniti, mentre l’uditorio ormai rideva – per non avere equivoci di nessun tipo, altrimenti qualcuno potrebbe dire che abbiamo affidato le pecore al lupo, ma non siamo arrivati a questo punto”.