Antimafia, tra Cinquestelle e Pd un aspro “botta e risposta”

Antimafia, tra Cinquestelle e Pd un aspro “botta e risposta”

“Ormai ci troviamo di fronte ad una sorta di fiancheggiamento da parte della presidente Bindi nei confronti del suo partito. Alla nostra richiesta di audire subito Ernesto Magorno sull’inchiesta che ha portato all’arresto, tra gli altri, di quattro esponenti del Pd in Calabria, tutto è stato minimizzato e la risposta è stata un ‘no’”. Ne danno notizia i componenti Cinquestelle della commissione Antimafia. “Articoli di stampa ricordano gli elogi di Magorno, Pd e componente della commissione Antimafia, a Sandro Principe, uno degli arrestati – proseguono i pentastellati – di come lo ringraziasse per il suo endorsement e di come Principe andasse in giro con lui per fargli campagna elettorale. Il responsabile Pd in Calabria è Magorno ed è suo dovere farsi avanti, altrimenti la sua presenza in commissione diventa imbarazzante. Se non vuole farsi avanti, sarebbe opportuno facesse un passo indietro, lasciando almeno la commissione Antimafia”. Replica altrettanto aspra da parte del Pd. “Siamo arcistufi della propaganda a Cinque stelle, senza capo né coda, che rischia, in un atteggiamento grave e tutto contro il Pd, di delegittimare un’istituzione importante come la Commissione Antimafia”. Lo dice il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del Pd nella Commissione Antimafia. “La verità – prosegue Mirabelli – è che per i grillini ogni occasione è buona per tentare di svilire il ruolo dell’Antimafia. Per esempio, adesso non si capisce perché la Commissione dovrebbe ascoltare una persona per bene come Ernesto Magorno, che è sì il segretario del Pd calabrese ma niente ha a che fare con l’attuale inchiesta su Rende. La presidente Bindi rappresenta un’istituzione seria, che da 50 anni contribuisce a combattere il fenomeno gravissimo della criminalità organizzata, in una battaglia che non ha certo bisogno di queste sciocchezze. Consiglio – conclude Mirabelli – ai rappresentanti del M5s in Antimafia di cambiare atteggiamento, altrimenti si assumeranno la responsabilità di impedire politicamente e operativamente il lavoro della Commissione. Ma forse vogliono proprio questo?”.

 

 

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