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“Chi sono i 52.796 vaccinati nella categoria ‘altri’?”

“Chi sono i 52.796 vaccinati nella categoria ‘altri’?”

“Si scrive ‘altri’ ma si legge ‘furbetti’.O almeno questa è la sensazione che suscita quando nel grafico della somministrazione dei vaccini in Calabria si vedono cifre e diciture stranissime. Si scopre, ad esempio, che in tre mesi nella nostra regione sono stati vaccinati solo poco più 9.000 tra docenti e personale scolastico (su un totale di 46.350), che siamo ancora indietro nel completare l’immunizzazione degli over 80 e delle persone fragili e che la fascia d’età compresa tra i 70 e gli 80 anni è ancora quasi a quota zero. Tutto questo, invece, a fronte di un’altra parte di popolazione calabrese, che conta ben 52.796 persone, che è stata vaccinata e non si capisce a che titolo. Chi sono? Perché hanno avuto massima priorità addirittura sul personale sanitario, scolastico e sulle persone fragili?”. A chiederselo è il capogruppo dell’Udc alla Regione, Giuseppe Graziano, componente della Commissione regionale Sanità che sulla questione ha richiesto una verifica al Commissario ad acta per la Sanità in Calabria, Guido Longo. “Al momento – prosegue Graziano – sappiamo solo che buona parte di questi 52.796 vaccinati nella categoria ‘Altri’ gravitano nella provincia di Cosenza. Non vogliamo conoscere la loro carta d’identità ma quantomeno capire a quali categorie prioritarie appartengano. Dal momento che ogni giorno sentiamo il lamento dei sindaci che chiedono la somministrazione dei vaccini per la popolazione anziana e che, puntualmente, gli viene risposto che non ci sono dosi. Allora c’è qualcosa che non torna. Perché se si è riusciti a trovare ben 52mila dosi di siero dell’immunità al Covid-19 per una generica categoria ‘Altri’ non capisco perché non si trovino anche quelle per il richiamo destinate a migliaia di persone anziane che rischiano la vita a causa del virus”. “Sia chiaro – sostiene ancora il capogruppo dell’Udc – più gente si vaccina in questo momento, meglio è per tutti. È giusto, però, seguire delle priorità ed evitare che i ‘furbetti’ abbiano la meglio anche in una situazione del genere. Altra cosa, la linea di precedenza è gusto che venga dettata dalle autorità sanitarie senza lasciare in mano ad altri enti il compito di decidere chi e come vaccinare. Altrimenti il rischio reale è che categorie vulnerabili o altamente a rischio, come il personale sanitario, le forze dell’ordine o il personale scolastico passino in subordine rispetto ad altre categorie che magari in questo momento, cosa ancora più assurda, stanno lavorando in smart-working e non hanno contatto con il pubblico. Si faccia chiarezza e si diano indicazioni chiare per evitare che la gente entri ancor di più nella spirale sfiducia nei confronti della campagna di vaccinazione. In questo momento sarebbe una catastrofe”.

 

 

 

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