Inquinamento domestico assai elevato, ma i calabresi ne sanno poco o nulla

CATANZARO. L’Istituto Superiore di Sanità stima che il 17% delle abitazioni italiane è a rischio radon, una sostanza estremamente nociva per l’apparato respiratorio; monossido di carbonio, polveri sottili, formaldeide o anche acari sono spesso presenti nelle abitazioni, ma non lasciano tracce tangibili. In Calabria, come nel resto d’Italia, anche qui l’informazione è poca: come emerge dall’ultima ricerca effettuata dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni, la compagnia assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia, il 51% dei calabresi ammette di averne una conoscenza limitata, mentre il 39% ne ignora del tutto l’esistenza. Tra le minacce domestiche più temute dai calabresi, si collocano ai primi posti le fughe di gas (59%), le sostanze nocive nell’aria (49%) e l’inquinamento dell’acqua (53%). Preoccupano anche i campi elettromagnetici (51%), mentre solo il 21% dei calabresi si dice spaventato dagli allergeni, come i comuni acari della polvere, ospiti indesiderati che spesso si annidano tra lenzuola e coperte. Ma come affrontare i problemi legati all’inquinamento domestico? Secondo gli intervistati della regione, un approccio “fai da te” può essere efficace, areando spesso gli ambienti di casa (64%) e curandone l’igiene e la pulizia (65%). Per contrastare poi le radiazioni derivanti dalle nuove tecnologie, il 46% pensa sia opportuno spegnere tutti i dispositivi elettronici durante le ore notturne o quando non sono utilizzati. Meno numerosi, invece, i calabresi che, oltre alle buone abitudini quotidiane, penserebbero di intervenire installando e cambiando regolarmente i filtri per l’aria (26%), o acquistando un depuratore dell’acqua (17%). E sull’acqua potabile di casa i calabresi hanno pochi dubbi. Solo il 23% degli intervistati dichiara di berla abitualmente, mentre il 77% preferisce quella in bottiglia, e uno dei motivi scatenanti è proprio la poca fiducia nella sua qualità e salubrità. Prevenire, però, è possibile, e conoscere è il miglior modo per contrastare queste minacce, secondo quanto sostiene il 66% dei calabresi. Come? Il 40% vorrebbe ricevere informazioni utili dalle istituzioni, il 21% si affiderebbe invece a dispositivi tecnologici in grado di fare un check-up della propria casa e il 5% richiederebbe l’intervento di personale a domicilio per rilevazioni e mappature.