Giannetta (FI): “Produttori biologici al palo”

“La scelta del Presidente della Giunta Oliverio di trattenere le deleghe all’Agricoltura non ha sortito gli effetti sperati lasciando gli imprenditori agricoli biologici fermi al palo, nella speranza, ormai tramontata, di potersi avvalere del contributo per le produzioni. Il cambiamento annunciato, dunque, si è trasformato in un vuoto proclama elettorale”. Lo afferma in una dichiarazione il Consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Giannetta. “Proprio in un momento in cui il comparto agricolo calabrese aveva bisogno di maggiore sostegno, investimenti e protezione, la Giunta Oliverio – scrive – ha persino impoverito in maniera consistente la dotazione finanziaria del bando per l’erogazione del contributo per le colture biologiche”. “Il bando, scaduto a luglio, è ora in fase di istruttoria delle domande, e dispone di cinque milioni di euro per tutto il comparto. Un finanziamento assolutamente insufficiente a coprire le reali esigenze di una regione che potrebbe vivere di agricoltura. Uno schiaffo al fabbisogno reale degli agricoltori calabresi – sostiene Giannetta – frutto di stime inadeguate poiché le imprese agricole biologiche che hanno potuto confermare la domanda sono appena il 30% del complessivo dei richiedenti degli anni precedenti. Ma non solo, quasi in prossimità della pubblicazione del programma, la Regione ha introdotto un requisito non previsto originariamente, limitando la concessione del contributo ai soli agricoltori che hanno già commercializzato il prodotto. Un intero mondo di produzioni biologiche sono rimaste fuori. Ed i contributi saranno assorbiti prevalentemente da ristretti settori, con la conseguenza di attuare due pesi e due misure. Siamo di fronte a politiche totalmente sconnesse dalle esigenze reali, con scelte fatte a porte chiuse dentro i palazzi. E intanto la Calabria sul tema dell’agricoltura, delle produzioni biologiche rimane tagliata fuori. Una Giunta regionale che non ascolta il territorio – continua Domenico Giannetta – non tutela il suo prodotto, non dedica risorse, che crea distorsioni e spazi di competizione totalmente squilibrati e con effetti deprimenti. Invece sono tanti i calabresi che vorrebbero praticare il metodo biologico per le proprie coltivazioni ed ottenere così un prodotto buono, naturale, che valorizzi le tipicità e la qualità. E, ancor più, essere competitivi su un mercato spietato e totalmente sbilanciato sul prodotto estero a basso costo. Per fare arrivare un prodotto calabrese sulle tavole degli italiani, i produttori fanno una fatica bestiale. Devono sopportare costi e politiche di prezzo che sono ai limiti della rinuncia”.
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