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Il vescovo di Cassano agli studenti: “Imparare è vivere e serve a vivere”

Il vescovo di Cassano agli studenti:  “Imparare è vivere e serve a vivere”

COSENZA. “Non è vero che imparare serve a vivere, perché imparare è vivere”. Con questa frase di Heschel inizia la lettera aperta che Mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio (Cosenza), indirizza a docenti e studenti per l’inizio dell’anno scolastico. “Dopo le vacanze estive, tra poco arriverà il vociare di piccoli e grandi ad affollare corridoi ed aule con un’energia gioiosa e contagiosa – scrive il presule – ma che richiama alle nostre responsabilità di adulti componenti di una comunità educante. Ma chi vogliamo educare? Quale obiettivo primario da perseguire? Con quali mezzi? Su ciò i docenti si interrogano – si legge ancora nella missiva – e cercano risposte che diano senso al proprio ruolo: è sempre più arduo! E ci accorgiamo che la Scuola, come la Chiesa, perde terreno sulla proposta culturale per rispondere all’efficientismo pratico di competenze da spendere nel fare!. Eppure un orientamento esiste e ci viene incontro: l’amore per la conoscenza! Possiamo accoglierlo insieme per essere autenticamente piccoli, giovani e adulti del nostro tempo. Con l’energia e l’entusiasmo dei bimbi della scuola dell’infanzia ed elementare, con il desiderio di scoperta ed autonomia dei ragazzi della media – continua la lettera – mi rivolgo particolarmente ai giovani, protagonisti passivi del nostro tempo e del futuro, perché oltrepassino la disillusione, non cadano nell’indifferenza e riprendano da protagonisti attivi la vita quotidiana dentro e fuori la scuola”.

Il vescovo si rivolge direttamente agli studenti: “C’è bisogno di regole, cari giovani! La parola vi disturba a tal punto che cercate di farla dimenticare anche agli adulti. Ma la regola è necessaria per istruirsi. Non esiste istruzione senza regole: ogni disciplina si chiama tale – continua Mons. Savino – perché richiede delle regole da seguire, che vanno come per una lingua, dalla morfologia alla grammatica, fino alla sintassi. Senza istruzione non si può costruire nulla che possa essere duraturo. Per questo abbiamo necessità di tornare al punto di partenza che consiste in questa antichissima constatazione: io so di non sapere! Ricordiamo sempre l’insegnamento socratico – dice ancora il vescovo di Cassano – e teniamo presente che esso è il motore della conoscenza affidabile, della ricerca della Verità, che è Gesù Cristo, aggiungo per i credenti cristiani. E c’è bisogno di cuore anzi di un cuore docile (aggettivo che deriva dal latino dòceo, insegno) pronto a farsi ammaestrare”. “Il contesto da cercare è il silenzio: azzeriamo i rumori che impediscono di ascoltare. Grazie all’ascolto, che è un processo attivo e di conoscenza ben al di là della semplice percezione sensoriale, potete imparare, cari studenti, ad udire con volontà e consapevolezza – conclude Mons. Savino – quanto i docenti vi offrono, accogliere con interesse e concentrazione le materie di studio, appassionarvi nell’esercizio quanto più arduo possibile, affrontare le sfide della conoscenza con gioia ed umorismo”.

 

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