LAMEZIA TERME. “Sono stato molto duro nei giorni scorsi parlando in Puglia per il semplice motivo che c’è una legge sul caporalato e se c’è una legge questa va rispettata”. Lo ha affermato il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, a Lamezia Terme per la sua prima tappa della sua visita in Calabria. “Pensate – ha proseguito – che in provincia di Foggia, su 33mila aziende agricole solo 4mila hanno aderito al registro delle imprese contro il caporalato. Quindi c’è qualcosa che non va. O non va nella legge o non va nella testa di chi opera in agricoltura. Il caporalato forse serve a qualcuno, avere degli schiavi forse serve a qualcuno, ma – ha sostenuto Centinaio – non serve al sistema Italia”. Il ministro ha poi osservato: “In Australia c’è un nostro competitor nel settore dei pomodori che sta facendo pubblicità progresso, dicendo di non comprare i prodotti italiani perchè i prodotti italiani non sono etici in quanto sono raccolti dagli schiavi. Questo fa male a tutta l’agricoltura italiana, e da italiano ho sempre detto che non voglio vivere in uno Stato dove ci sono gli schiavi, e farò di tutto – ha rilevato Centinaio – affinché in agricoltura non ci siano gli schiavi, in agricoltura come in tutti i settori, come l’edilizia. Il problema è che in Italia ci interessiamo del caporalato solo d’estate, quando succede qualcosa, o se succede qualcosa, quando arriva l’inverno non gliene frega più a nessuno. Il mio obiettivo è tenere alta l’attenzione: ogni volta che sarà fatto qualcosa per combattere il caporalato ci sarà una nota stampa del ministro Centinaio per elogiare le forze dell’ordine”.