VIBO VALENTIA. Un debito di droga e le continue richieste di nuove forniture di dosi di stupefacente. Sarebbe questo, secondo quanto emerso dai carabinieri della Compagnia di Tropea, il movente all’origine dell’omicidio di Stefano Piperno, di 34 anni, il cui cadavere carbonizzato fu trovato in un’auto bruciata il 20 giugno scorso e per il quale sono stati arrestati Francesco ed Ezio Perfidio, di 58 e 34 anni, padre e figlio, mentre la figlia di Francesco, Sonia, è indagata in stato di libertà. Secondo quanto emerso dalle indagini, Piperno, nonostante avesse già un debito per dosi di droga non pagata nei confronti dei Perifidio, avrebbe continuato a chiedere altro stupefacente. Il comandante provinciale dell’Arma di Vibo Valentia, col. Gianfilippo Magro, incontrando i giornalisti, ha messo in luce come a due mesi circa di distanza, l’Arma e l’Ufficio di Procura guidato dal procuratore Bruno Giordano abbiano dato una “risposta all’efferato delitto grazie ad un lavoro di squadra intenso e sinergico. Sinergia – ha aggiunto – che è stata la chiave di successo anche nella metodologia investigava perché gli uomini della Stazione di Nicotera, della Compagnia di Tropea e del Nucleo investigativo di Vibo sono stati affiancati dal Ris di Messina per la parte delle analisi di polizia scientifica e dal Ros Crimini Violenti di Roma, Reparto dell’Arma di eccellenza, specializzato in delitti efferati sul territorio nazionale”.