VIBO VALENTIA. Gli inquirenti escludono il movente razziale nell’omicidio del migrante, con regolare permesso di soggiorno, Soumaila Sacko, ucciso il 2 giugno scorso a colpi di fucile a San Calogero, nell’area dell’ex fornace, una fabbrica dismessa di laterizi sottoposta a sequestro giudiziario dal 2011 nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Vibo Valentia denominata “Poison” sullo smaltimento nella fabbrica di rifiuti tossici e pericolosi. Al 43enne A.P., nipote di uno dei soci della società proprietaria della ex fornace in cui è avvenuto il delitto, raggiunto nel pomeriggio di martedì da un avviso di garanzia emesso dalla Procura di Vibo i carabinieri sono riusciti a risalire attraverso la Fiat Panda segnalata sul luogo della sparatoria ed indicata ai militari dell’Arma dai due connazionali del maliano ucciso, rimasti feriti. Le indagini sono in corso, ma gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo.