Il coraggioso e carismatico Walter Zenga ha le lacrime agli occhi, Gianni Vrenna pure. E’ il giorno piu’ triste per il Crotone, quello in cui arriva la certezza e la certificazione della retrocessione in serie B. Il tutto al San Paolo di Napoli che ancora una volta non porta fortuna all’ex baluardo della porta dell’Inter. Mesta la giornata rossoblu’. L’aritmetica del verdetto arriva poco prima delle 20,00, al termine della sfida persa con gli azzurri di Sarri per 2 a 1 in virtu’ delle reti di Milic e Callejon e di Tumminello. La città di Crotone e l’intera Calabria perdono la massima serie calcistica. Ma era solo questione di tempo, perchè il Crotone tale sentenza se la sentiva addosso già da una settimana, dopo il pari interno con la Lazio ma soprattutto dopo l’exploit del Cagliari a Firenze. E’ stata quella la vera mazzata. Un campionato forse buttato a mare con le due sconfitte consecutive con Spal in casa e Benevento fuori ma che la vittoria sul Bologna, il pari con la Juventus, la vittoria di Udine e la larga affermazione interna col Sassuolo sembravano aver raddrizzato miracolosamente. Non è stato così, perché il calendario è stato crudele con i calabresi. La sconfitta a Verona col Chievo ed il pari con la Lazio avevano di fatto già condannato il Crotone. Agli squali non sarebbe neppure servito addirittura vincere al San Paolo, in quanto il Cagliari non ha faticato troppo contro un’Atalanta ormai spremuta da un grande campionato. Non sono bastati 35 punti, uno in piu’ dell’anno scorso, non sono bastati i 20 punti conquistati nel girone di ritorno. Il Crotone, terza squadra della regione a rappresentare la Calabria in serie A dopo Catanzaro e Reggina, va giu’, immeritatamente, come dimostrano gli applausi sinceri dello sportivo pubblico partenopeo all’indirizzo degli squali. Un Crotone che cade ma che non è morto, come ha dimostrato il feeling tra società e squadra con i tifosi giunti a Fuorigrotta che al 90’ hanno applaudito comunque i rossoblu’ in campo, incoraggiandoli a non piangere per l’infelice esito sportivo. Ma le lacrime a volte fanno bene. Resta il rimpianto di qualche partita male interpretata e di qualche risultato negativo alla lunga determinante ma rimane anche il ricordo di due anni intensi, affrontati con forza e coraggio, senza perdere l’identità dalla quale si ripartirà. La vita è strana, così come è crudele il calcio. E così, dopo un ciclo vincente fatto di feste, gioie e promozioni, la città di Crotone prova una forte amarezza sportiva. E nello stesso giorno si ritrova da una parte a celebrare con devozione la propria protettrice Madonna di Capo Colonna, festeggiata nella città pitagorica proprio domenica 20 maggio, dall’altra, proprio in coincidenza con l’arrivo dell’icona via mare in città da Capo Colonna in serata, a versare lacrime sull’ingiusto verdetto calcistico che questa volta si abbatte sui calabresi. Ma Crotone ed il Crotone, come promesso da Gianni Vrenna, sapranno rialzarsi e riprovarci presto. Non è un addio ma un arrivederci.
Manuel Soluri RTC Sport News