REGGIO CALABRIA. Nel 2018 “occorre proseguire nel solco tracciato negli ultimi due anni”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, parlando dell’attività che nel nuovo anno attende l’assemblea legislativa calabrese. “Da un lato – ha proseguito – l’incremento della quantità e qualità della produzione normativa: nel 2017 abbiamo incrementato ulteriormente questo dato abbattendo il contenzioso costituzionale. Dall’altro, continueremo nel processo di razionalizzazione e riqualificazione della spesa pubblica. Solo per citare una voce, in un anno abbiamo ridotto consulenze esterne e forniture per 3,3 milioni e abbiamo programmato risparmi per circa un milione ad esercizio per il prossimo biennio. Sullo sfondo – ha rilevato Irto – il Consiglio regionale dovrà assurgere a punto di riferimento non solo istituzionale, ma anche culturale per l’intera comunità calabrese. Stiamo investendo molto su questo”. Il presidente dell’assemblea legislativa calabrese ha poi escluso contraccolpi dell’imminente elettorale sull’attività consiliare: “È una prassi istituzionale consolidata – ha ricordato Irto – che nel periodo della campagna elettorale il Consiglio non si riunisca. La ratio è evitare di essere accusati di assumere provvedimenti che potrebbero orientare o influenzare le scelte democratiche. Tuttavia i fatti hanno dimostrato già lo scorso anno che il rischio di rallentamento è fittizio perchè a fare la differenza è il lavoro in commissione: quando in sede referente si producono buoni testi normativi, il Consiglio incrementa la sua produttività. Ecco perchè i calcoli sul numero di sedute o di ore passate in aula spesso sono fuorvianti”. Irto ha infine affrontato con l’Agi il tema dei rapporti tra Consiglio e Giunta regionale, definendoli “istituzionalmente corretti e costruttivi e continueranno a esserlo. La Giunta ha il potere di iniziativa legislativa esattamente come i consiglieri regionali, gli enti locali e i cittadini calabresi. Il compito della presidenza del Consiglio è garantire l’imparziale rispetto delle regole, le prerogative di tutti i consiglieri e i diritti delle minoranze. Credo che la questione vera, però, sia un ripensamento complessivo del regionalismo, calabrese e non, che – ha concluso il presidente dell’assemblea – nel corso dei decenni si è snaturato trasformando le proprie funzioni di indirizzo e controllo in attività di pura gestione”.