LAMEZIA TERME. Nel pensiero dell’allora senatore Arturo Perugini e del vescovo del tempo, Renato Luisi, che, in un certo senso ne fu il promotore, Lamezia Terme doveva diventare il punto nevralgico dell’economia calabrese, grazie alla sua posizione baricentrica nel contesto regionale ed alla sua conformazione territoriale. E invece, così non è stato. E quello di Perugini, oggi, a distanza di 50 anni, è rimasto un sogno nel cassetto. Tante le aspettative rimaste inattuate. Nell’idea di Perugini, infatti, Lamezia Terme, oggi terza città della Calabria per popolazione dopo Reggio e Catanzaro, doveva trasformarsi nella “Brasilia d’Italia”, con una sede universitaria, un porto turistico ed un importante nodo ferroviario che si sarebbe dovuto affiancare all’allora nascente aeroporto internazionale. Per non parlare dello sviluppo economico, verso il quale la città si sarebbe dovuta proiettare grazie anche alla presenza sul suo territorio, che abbraccia una vasta area dal mare alla montagna, di una delle aree industriali più grandi del Mezzogiorno. Fu qui, infatti, che si pensò di insediare la Sir di Nino Rovelli che, con i suoi 310 miliardi di lire di investimento iniziali e un’occupazione di circa tremila unità, doveva diventare uno dei poli chimici più importanti del Paese. Oggi, invece, di quella realtà si parla come di una delle tante cattedrali nel deserto che nulla hanno prodotto se non illusioni. E’ in questo contesto che giovedì 4 gennaio Lamezia Terme, che prende il nome dal fiume Amato (un tempo denominato Lametos) che l’attraversa, e dalla presenza delle Terme di Caronte, si appresta a celebrare i sui primi 50 anni di vita. La ricorrenza cade nel momento forse più triste della storia della città dopo il terzo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose (gli altri due risalgono al 1991 ed al 2002). Il nuovo scioglimento, decretato nello scorso mese di novembre, non ha però impedito al Comitato creato ad hoc dall’ex Amministrazione comunale guidata da Paolo Mascaro di varare un nutrito programma di celebrazioni. La prima delle quali avrà luogo giovedì, giorno esatto del cinquantesimo, al Teatro Grandinetti, con la consegna degli attestati di benemerenza ai lametini che si sono distinti in ambito nazionale e internazionale. L’unica vera nota di rammarico è che proprio giovedì, per una triste coincidenza, ricorre anche il ventiseiesimo anniversario dell’omicidio del sovrintendente di polizia Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, uccisi in via dei Campioni, nel pieno centro della città. I coniugi Aversa saranno ricordati nelle celebrazioni previste per giovedì.