COSENZA. Sono 13 le misure cautelari eseguite oggi dalla guardia di finanza di Cosenza, nell’ambito dell’operazione “Matassa”, coordinata dalla procura della Repubblica di Paola. Undici misure sono di arresto in carcere e due ai domiciliari, riguardanti due donne con figli minori. Un quattordicesimo arresto non è stato ancora eseguito. Effettuati sequestri per circa 33 milioni di euro. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere alla truffa ai danni dello Stato, a diversi reati fiscali. La base dell’organizzazione era sul tirreno cosentino, ma aveva ramificazioni anche in diverse regioni del Nord, soprattutto in Emilia Romagna. Attraverso la costituzione e gestione di 24 società, intestate a prestanomi, sono stati creati fittizi crediti IVA da utilizzare in compensazione per il pagamento di contributi, imposte, ritenute e cartelle esattoriali. In particolare, gli indagati gestivano, quali amministratori, soci o lavoratori dipendenti, le 24 società fittizie solo per generare contabilmente ingenti crediti di imposta derivanti da costi inesistenti, da utilizzare in compensazione con debiti fiscali e previdenziali, lucrando indebiti vantaggi fiscali e contributivi, con gravissimo danno all’Erario e all’Inps per oltre 33 milioni di euro. Ma gli indagati dichiaravano anche di aver percepito retribuzioni (false), in alcuni casi di milioni di euro, inducendo in errore l’Inps e arrivando a precostituirsi un imponibile previdenziale, di milioni di euro, che diventava base di calcolo per la pensione. Attraverso le fittizie retribuzioni , elevatissime, di gran lunga superiori a quelle contrattualmente previste, alcuni indagati stanno percependo già pensioni mensili di migliaia di euro, ma anche indebite indennità di disoccupazione e maternità. Per evitare in ogni modo i controlli, gli indagati denunciavano continuamente gli appartenenti alle forze dell’ordine e all’Agenzia delle Entrate, per intimidirli. I finanzieri hanno esaminato più di 10.000 F24, alcuni relativi a pagamenti anche di un solo centesimo, per evitare il blocco delle procedure di compensazione attraverso l’utilizzo dell’home banking. Le società operano nei più diversi campi: pubblicità, parchi di divertimento, locazione di immobili, fabbricazione di macchine per alimenti e bevande, ristorazione, noleggio autovetture, pubbliche relazioni, ricerche di mercato e consulenza amministrativa. Le società risultano avere immobilizzazioni materiali per oltre 190 milioni di euro, ma sono sostanzialmente prive di strutture produttive, commerciali o artigianali presso le sedi dichiarate. Il sequestro di beni riguarda le 24 società interessate, 41 immobili nelle province di Cosenza, Potenza, Mantova, Modena e Venezia, una villa di lusso, 4 terreni, 2 parchi acquatici, tra cui uno sull’alto tirreno cosentino, 50 automezzi e anche beni di interesse artistico e storico.