COSENZA. “Il lavoro nero, sommerso, irregolare è un cancro nella nostra società che va estirpato. E’ un fenomeno che a differenza di una partita di calcio non si vince o si perde al ’90 minuto. Va contrastato ogni giorno con azioni mirate e risorse economiche appropriate. Progetti di emersione per le imprese che intendono emergere e realizzare procedure di regolarità. E, tuttavia, la Calabria, nonostante la crisi, sul versante del lavoro nero ed irregolare è in controtendenza. Il lavoro nero si riduce e l’outlook decennale evidenzia un calo dalle 210.000 unità del 2004 alle 142.000 del 31 dicembre 2016. Dati certificati Istat”. Questi i numeri del sommerso snocciolati da Benedetto Di Iacovo, Presidente della Commissione regionale Emersione al seminario tenutosi presso l’aula magna Ordine degli Avvocati del tribunale di Castrovillari per la presentazione del X Rapporto sull’Economia Sommersa e Lavoro non regolare in Calabria e del I Rapporto Economia Criminale in Calabria redatti dalla Commissione Regionale della Calabria per l’Emersione del lavoro non Regolare. A Domenico Marino, professore di politica economica all’università Mediterranea di Reggio Calabria, il supporto scientifico ed il contributo apportato dal dipartimento che dirige. Poi è stata la volta di numerosi interventi. Enza Bruno Bossio, parlamentare in forza al Partito Democratico e componente della commissione parlamentare antimafia; Caterina Chiaravalloti, presidente del tribunale di Castrovillari; Roberto Laghi, presidente dell’Ordine degli Avvocati; Piercarmine Sapia dell’Ordine provinciale dei Consulenti del Lavoro. Sala gremita delle grandi occasioni. Una platea composta da professionisti, forze dell’ordine, forze sociali, organi ispettivi e di vigilanza. L’evento è stato valido, anche, ai fini della formazione continua obbligatoria per gli iscritti all’Ordine dei Consulenti del Lavoro, mentre l’Ordine degli Avvocati di Castrovillari ha riconosciuto n 3 crediti formativi agli avvocati che vi hanno preso parte. L’economia sommersa in Calabria – è stato evidenziato da Di Iacovo e Marino – vale 5 miliardi e 200 milioni annui e sottrae, a vario titolo, risorse erariali, previdenziali ed addizionai irpef pari a circa 1 miliardo e 800 milioni di euro. L’ampiezza dell’economia “in nero”, a livello nazionale, oscillava tra un minimo di 255 miliardi di euro e un massimo di 275 miliardi, pari rispettivamente al 16,3% e al 17,5% del prodotto interno lordo. Una cifra enorme, capace di risanare il bilancio dello Stato e rilanciare il sistema economico e per quanto riguarda la Calabria, di ripianare il deficit del settore sanità. Ogni unità emersa, infatti, porta nelle casse della regione circa 1.300 euro a titolo di addizionali comunali e regionali Irpef. Investire in politiche di contrasto al sommerso porta un triplice effetto: si restituiscono diritti a lavoratori invisibili, rendendoli cittadini effettivi; si afferma e si diffonde la cultura della legalità e del lavoro regolare e sicuro; si portano risorse erariali aggiuntive alla Regione ed ai Comuni. Tutto questo fatto salvo il dato che contrastare il lavoro nero, sommerso, irregolare, in elusione è un fatto di civiltà e un dovere civico; parimenti, l’investimento in politiche di contrasto al sommerso ed al lavoro nero ed irregolare è dunque un primo passo importante per risolvere le gravose distorsioni presenti nel nostro mercato del lavoro. Ed è anche questa la vera sfida culturale che devono affrontare amministrazioni pubbliche, sia nazionali che regionali. La Calabria presenta, purtroppo, condizioni di criticità strutturali del mercato del lavoro con vere e proprie situazioni di emergenza occupazionale. Il mercato del lavoro regionale resta in sostanza caratterizzato dalla presenza di aree di forte marginalità, dove convivono basse qualifiche professionali, bassi livelli di reddito e una quota elevatissima di lavoro sommerso, a fronte di un capitale umano, che possiede competenze e potenzialità professionali, che possono determinare una decisiva inversione di tendenza dello sviluppo regionale e del mercato del lavoro, a condizione che tale patrimonio sia adeguatamente sostenuto e valorizzato con una strategia di politica attiva del lavoro che renda il sistema adeguato alle sfide dell’innovazione e della competitività. L’economia sommersa e l’economia criminale in Calabria, purtroppo, sono un fenomeno complesso, che coinvolgono interi contesti territoriali e interi settori economici,. E’ necessario aggredire con opportuni interventi queste “piaghe” e tentare di renderle meno invasive nella nostra economia e per far si che questi fenomeni, costantemente monitorati, dalla preposta commissione, siano destinatari di azioni e risorse adeguate con l’obiettivo di promuovere politiche ed azioni di contrasto effettive e, soprattutto, efficaci e pervasive, in uno con gli organi di vigilanza e con le forze dell’ordine e della magistratura, che in tale direzione svolgono un ruolo prezioso e vitale per il contrasto al fenomeno. Su queste ed altre valutazioni di natura più generale l’intervento conclusivo dell’on. Enza Bruno Bossio, componente della Commissione parlamentare antimafia.