CATANZARO. “In questi anni è stato fatto tantissimo. Non c’è stato territorio che non sia stato toccato almeno da un’ondata di arresti. Ma quel che mi sembra più importante è che è stata individuata non solo la struttura evidenziata originariamente in “Crimine” e “Infinito”, come risulta anche nell’operazione “Mandamento”, ma anche una struttura sovraordinata, parallela, nella quale si trovano i soggetti riservati”. Lo ha detto il neo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di un’iniziativa dei Carabinieri che si è svolta a Catanzaro in occasione dell’inaugurazione della nuova sede del comando provinciale, a cui ha partecipato anche il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette. In una sorta di bilancio sulla sua attività di procuratore capo di Reggio Calabria, Cafiero de Raho, che ancora non si è formalmente insediato alla guida della Dna, ha evidenziato il ruolo di questa struttura “segreta”: “Sono quei rapporti che la ‘ndrangheta tiene per sviluppare meglio i propri interessi economici e di vicinanza ad una parte della politica che a volte è stata creata per gli stessi interessi ‘ndranghetistici”. Si tratta, per il procuratore, di una condizione che merita attenzione: “Questo nuovo sforzo investigativo è un campanello d’allarme – ha detto – non solo per l’economia che già aveva avuto diverse indicazioni, ma per la stessa politica. La politica buona, quella che si muove negli interessi dei cittadini, deve guardarsi da una politica inquinata creata dalla ‘ndrangheta”. Il magistrato si è soffermato anche sulla collaborazione tra le forze dell’ordine e di polizia: “Nei quattro anni e mezzo in cui sono stato procuratore, indipendentemente dall’organismo che procedeva, tutti hanno messo a disposizione i propri dati, ma non sull’esecuzione, prima. Nel senso che i vertici delle forze dell’ordine hanno parlato prima, la strategia è stata condivisa prima, e questa – ha concluso – è stata la forza della presenza dello Stato a Reggio Calabria”. “Se nascerà una nuova Calabria? Penso di sì. C’è un cambiamento non solo nei cittadini, ma anche la Chiesa ha cambiato totalmente il proprio corso”, ha detto ancora il neo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, rispondendo alle domande dei giornalisti. Il procuratore capo di Reggio Calabria, che ancora non si è insediato formalmente alla guida della Dna), ha sottolineato: “È da circa un anno che assistiamo a delle manifestazioni chiare sulla ‘ndrangheta che non può essere una ‘ndrangheta cattolica, quindi non può esistere un fedele ‘ndranghetista e che possa ritenersi un uomo di chiesa. Con questo c’è stato anche un sovvertimento a quella legittimazione che una volta gli ‘ndranghetisti avevano dalla stessa Chiesa. Sta cambiando tutto in Calabria, almeno nel nostro distretto, e questo – ha spiegato – credo sia il risultato migliore che ognuno di noi potesse sperare”. Cafiero de Raho ha anche sottolineato il ruolo dei Carabinieri in questo percorso: “Lo Stato si è reso conto di quanto sia importante la vicinanza dei Carabinieri alla gente che comincia ad avere fiducia nello Stato, ma in uno Stato forte, che sa contrastare la ‘ndrangheta. Proprio su queste basi – ha detto – lo Stato ha ritenuto che determinati territori dovessero essere meglio coperti dall’Arma, così ben quindici stazioni dei carabinieri sono nel programma di istituzione con nuovi corpi e ulteriori propaggini di contrasto in Calabria”.