RIACE. In centinaia sono arrivati a Riace, anche con alcuni autobus, ieri sera, per sostenere Mimmo Lucano, il primo cittadino fondatore del modello di accoglienza, ora indagato per truffa ed abuso d’ufficio. Il sindaco, emozionato, è stato abbracciato da alcuni giovani di colore. Poi un lungo applauso per suggellare l’inizio dell’incontro che si è tenuto nell’anfitetrato all’aperto. “Non è un incontro contro la magistratura” è stato detto subito dai promotori. “Se ho sbagliato – ha invece detto il sindaco Lucano – è giusto che io paghi e sono contento se la magistratura indaga. Martedì dirò alla Procura ciò che vi dico ora” ha detto ancora “ evidentemente non è andato bene a qualcuno il bonus sociale che ho fatto per chi scappa dalle guerre e anche dalla miseria. Io sono più innamorato della giustizia che della legalità, e dico che è strano che due visite ispettive che abbiamo chiesto noi non siano mai arrivate. E ribadisco che io sul conto corrente ho solo 500 euro. Non posso accettare – ha aggiunto Lucano – che per colpa mia si debba mortificare un ideale. a costo di fare qualcosa di eclatante. E oggi Riace rappresenta un ideale”. “Negli ultimi tempi – ha aggiunto il sindaco Lucano – i rapporti con le istituzioni, Prefettura e Ministero, sono stati abbastanza difficili, di incomprensioni, sui bonus, sulle borse lavoro e sugli affidamenti diretti. Sono stati loro a chiedermi continuamente, per superare le emergenze, di affrontare determinate situazioni senza presentare fattura”. Io – ha sottolineato Lucano – ho dato un grande contributo, anche per rispettare la Costituzione italiana. Io non accuso nessuno, mi limito a sottolineare queste cose, io ho capito che il concetto di giustizia ha un valore molto più importante di tutto. Io non voglio ombre – ha concluso – per il rispetto che ho nei confronti di tutti quelli che credono nel progetto Riace”.