REGGIO CALABRIA. “L’opinione pubblica ha maturato da tempo la consapevolezza che è necessaria una maggiore attenzione e sensibilità della società nei confronti del mondo animale. Da questo scaturisce il diritto fondamentale alla salvaguardia della vita e dei diritti degli animali durante la loro esistenza”. È quanto afferma il consigliere regionale Mario Magno che aggiunge: “Ho presentato a Palazzo Campanella la proposta di legge ‘Disciplina e tutela degli animali di affezione presenti nel territorio regionale’ con l’intento di contribuire a promuovere una nuova cultura del rispetto degli animali, riconoscendo loro dignità, anche a livello normativo e mirando ad assicurarne in ogni circostanza il benessere e ad evitarne riprovevoli utilizzi”. “Nel nostro Paese – osserva – la tutela degli animali e la lotta al randagismo sono principi fondamentali sanciti dal punto di vista normativo sin dal 1991, anno in cui è stata emanata la Legge quadro 14 Agosto 1991, n. 281, che enuncia il principio generale secondo il quale ‘lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, maltrattamenti ed il loro abbandono al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente’. Ora è giunto il momento di fare un passo in avanti decisivo nella normativa regionale”. “Tra le finalità chela proposta di legge si propone e che nella precedente legislatura era anche stata presentata dall’On. Candeloro Imbalzano, vorrei sottolineare – precisa Magno – la tutela e la presenza nel territorio regionale degli animali d’affezione quale elemento fondamentale e indispensabile dell’ambiente, riconoscendo alle specie animali il diritto ad una esistenza compatibile con le proprie esigenze biologiche e etologiche. Nel testo si condanna, inoltre, con fermezza, ogni tipo di maltrattamento, compreso l’abbandono al fine di prevenire il randagismo. Nella legge si stabiliscono, inoltre, quali sono i soggetti preposti alla tutela che dovranno interagire tra di loro: Regione in primo luogo, ma anche Province, Comuni singoli ed associati, Aziende Sanitarie Provinciali, Associazioni protezionistiche e di volontariato. Infine non mancano le responsabilità e i doveri del proprietario o detentore dell’animale e il divieto dì soppressione se non per circostanze eccezionali (grave malattia). Il mio auspicio – conclude Magno – è che venga compiuto un importante e decisivo passo in avanti dal punto di vista etico e culturale, oltre che una concreta tutela degli animali d’affezione”.