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Catanzaresi stravincono a Reazione a Catena

Catanzaresi stravincono a Reazione a Catena

Da qualche giorno, su Rai 1, circondati dalla divertente e spassosa cornice di “Reazione a Catena” condotta da Amadeus, la Calabria sta facendo parlare molto e bene di se. Ci riferiamo a “I Pentagramma” (hanno anche una pagina Facebook “I Pentagramma_Reazione a Catena”), tre professori che rispondono ai nomi di Nada, Giovanni e Giuseppe, che a suon di parole (quelle da indovinare nel quiz preserale della rete ammiraglia della Rai) hanno conquistato lo scettro di indiscussi campioni. Come ha detto Amadeus, però, “campioni senza portafoglio”, non avendo vinto nelle prime tre puntate il montepremi conquistato durante i giochi che si susseguono nell’arco di ogni puntata. Ma al quarto tentativo i nostri “moschettieri” hanno sbancato, portando a casa ben 56mila euro e la possibilità di poter continuare a cavalcare l’onda di questa bella avventura. Un’avventura nata per gioco e voluta da Giovanni, colui che ha lanciato per primo la sfida coinvolgendo poi gli altri suoi colleghi. Eclettico e pieno di energia positiva, Giovanni è un maestro di pianoforte, musicista raffinato ed elegante nelle sue esecuzioni. Insegna in un liceo musicale ed i suoi alunni di lui dicono un gran bene e ogni sera, davanti ai teleschermi, fanno un tifo sfrenato e appassionato.
Musicista raffinato e di altissimo livello è anche Giuseppe. Maestro di violino al Conservatorio di Vibo Valentia è nato a Pavia, ma da anni vive in Calabria. Del gruppo Giuseppe è il più riflessivo, quasi introverso ma pronto a sfoderare tutte le sue conoscenze quando servono. Insomma: una vera e propria risorsa per “I Pentagramma”.
Infine c’è lei, Nada, la bella e affascinante prof di lettere, pronta a dare battaglia su tutti i fronti. Nada viene da Girifalco splendida cittadina in provincia di Catanzaro. Estroversa e preparata come pochi, fa della simpatia e del sorriso la sua arma vincente. Insomma un mix bene assortito di eclettismo e conoscenza della lingua che sta consentendo loro di ottenere la simpatia del pubblico nel nome della calabresità.

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