REGGIO CALABRIA. La Fibrosi Polmonare Idiopatica, patologia polmonare cronica e gravemente disabilitante, ha ora un nuovo punto di riferimento in Calabria. Si tratta dell’ambulatorio del Polinclinico Madonna della Consolazione di Reggio Calabria, istituito dal Dr Antonio Scaramozzino, Primario della Pneumologia del nosocomio calabrese. “Ci siamo resi conto che la fibrosi polmonare idiopatica è una patologia nettamente sottostimata – l’esperto – e che sono sempre di più i pazienti che arrivano da noi con una dispnea e, grazie all’innovazione diagnostica, se ne vanno con una diagnosi precisa. Il problema è che ancora troppo spesso la patologia viene diagnosticata troppo tardi, quando ormai l’utilità della terapia è minima. Per questo abbiamo fortemente voluto un ambulatorio dedicato, che possa offrire ai pazienti diagnosi e terapia in temi rapidi.” Il Dr Scaramozzino è coadiuvato da un team multidisciplinare, composto dal Dr Giuseppe Barracato e Dr.ssa Claudia.Siclari dai Radiologi Dr Demetrio Zema (Primario del reparto) e Dr.ssa.Giulia Pulitanò dalla citologa Francesca Melasi dal laboratorio del Dr. Franco Rositani (Primario). “In caso di sospetto diagnostico – continua Scaramozzino – è necessario sottoporre il paziente a tac ad alta risoluzione, emogas analisi e test spirometrico. Grazie all’attuale organizzazione siamo in grado di effettuare tutti i test nel giro di 3-4 giorni. Il nostro team è composto da clinici esperti, ma siamo anche in rete con due centri di alta specializzazione: il Policlinico di Catania, grazie al Prof. Carlo Vancheri, direttore della Cattedra di Malattie Respiratorie dell’Università di Catania e il Dr Giuseppe Casablanca, direttore del reparto di Chirurgia Toracica dell’Ospedale Papardo dell’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Papardo Piemonte di Messina.I due centri ci aiutano a fornire ai pazienti risposte eccellenti in tempi brevi. Prima dell’attivazione di questa rete i pazienti dovevano attendere mesi per un’indagine diagnostica accurata. Erano costretti a recarsi a Forlì, oppure a Roma. Per questo motivo io e il mio team ci siamo formati per oltre un anno e abbiamo attivato queste preziose procedure di collaborazione.” “Nel giro di qualche mese abbiamo potuto offrire a ben 15 pazienti l’unico trattamento terapeutico oggi approvato per la patologia, il pirfenidone. Seguiamo anche i pazienti più anziani, attualmente non eligibili alla terapia (sopra gli 80 anni d’età, ndr). Per supportare i pazienti abbiamo attivato il progetto IPF care, offerto da InterMune, che prevede la presenza di un infermiere specializzato due volte al mese al domicilio del paziente, per aiutarlo a imparare a convivere con la patologia, a gestire i farmaci, eventuali effetti collaterali, etc. Inoltre cerchiamo di essere massimamente disponibili con i nostri pazienti, di rispondere sempre a mail e telefonate, anche solo per rassicurarli.” L’ambulatorio non è ancora ufficialmente Centro di Riferimento Regionale per l’IPF, ma potrebbe diventarlo presto, a tutto vantaggio dei pazienti calabresi che – fino a poco tempo fa – dovevano necessariamente farsi curare fuori regione.