CATANZARO. Un killer professionista, pagato da qualcuno per uccidere Gregorio Mezzatesta, assassinato a Catanzaro il 24 giugno scorso a colpi d’arma da fuoco, in pieno centro. Un’ipotesi inquietante, ancora da confermare, che emerge dalla lettura dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Catanzaro, Giovanna Gioia, che ha portato lunedì in carcere Marco Gallo, il trentaduenne incensurato arrestato per l’omicidio. Il giovane potrebbe non essere l’insospettabile consulente di cui si parla ufficialmente, ma un sicario di professione. L’ipotesi è al vaglio della Procura della Repubblica che ha condotto le indagini. Non si esclude, dunque, che l’attività di consulenza dell’uomo possa essere in realtà una copertura, per questo sono stati avviati approfondimenti. Se così fosse, sarebbe superata l’ipotesi di un collegamento diretto tra omicida e vittima. L’indagine condotta dai Carabinieri è stata particolarmente meticolosa. I militari sono, infatti, riusciti a “intercettare” l’autovettura su cui viaggiava la vittima, guidata da un suo collega, grazie alle telecamere di videosorveglianza, pubbliche e private, posizionate lungo tutto il percorso effettuato fino a Catanzaro. Attraverso le immagini è stata notata una moto enduro di colore nero che seguiva a distanza l’auto, rivelatasi poi quella del killer che ha sparato contro Mezzatesta, dipendente delle Ferrovie della Calabria, diversi colpi di pistola. Questo elemento è stato, quindi, incrociato con le testimonianze di alcune persone che hanno assistito al delitto, tutte convergenti sulla presenza di una moto enduro sul luogo del delitto, e con alcune dichiarazioni che hanno collegato direttamente la moto al killer. La targa ripresa da alcune videocamere ha permesso di accertare che la moto era stata rubata a Reggio Calabria il 27 febbraio scorso, ma è a Lamezia Terme che si è aggiunto un tassello importantissimo. La moto usata dal killer ha avuto problemi ed è rimasta in panne. L’uomo ha nascosto il mezzo e il casco integrale usato per tutta la fase precedente, rientrando a piedi nella sua casa di Lamezia. Durante questo percorso, grazie agli indumenti evidenziati nei precedenti filmati, Gallo è stato identificato nei vari “frame” ricomposti dai Carabinieri. Davanti all’ipotesi di un killer professionista, gli inquirenti hanno evidenziato che l’omicidio di Mezzatesta potrebbe essere stato ordinato da qualcuno che ha la disponibilità economica e la “caratura” per assumere un killer di professione. Il procuratore capo Nicola Gratteri ha affermato di avere avuto “fretta” di arrestare l’uomo proprio perchè, essendo un killer professionista, “si temeva potesse tornare a colpire”. Un’indagine meticolosa, ha aggiunto, ha permesso di “raggiungere un risultato importante, perchè – ha sottolineato Gratteri – un omicidio in pieno giorno, nel centro del capoluogo di regione, sembrava una sfida alle forze dell’ordine e alle istituzioni”. Un fratello dell’ucciso, peraltro, era stato coinvolto in un omicidio eclatante, avvenuto in un bar di decollatura, nella Presila Catanzarese. Nessun elemento collega al momento i due fatti, ma le indagini continuano.