SELLIA MARINA. Beni per un valore di 1,3 milioni di euro sono stati sequestrati nei confronti di tre imprenditori catanzaresi che operano nel settore edilizio. L’operazione è stata portata a termine dal Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro che ha eseguito, nella provincia di Catanzaro e a Rho (Milano), misure cautelari reali nei confronti di tre imprenditori operanti nel settore dell’edilizia. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Pietro Carè, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Mancuso, coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, della procura della Repubblica di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri. Le indagini hanno consentito di accertare un meccanismo incentrato sulla emissione di fatture per operazioni inesistenti. Con una serie di triangolazioni e l’interposizione fittizia di una società “cartiera”, i tre imprenditori indagati si sono resi responsabili, a vario titolo, dei reati di emissione e utilizzo di oltre 450 fatture false, in 4 anni d’imposta, per un valore di oltre 3,4 milioni di euro. Dopo un controllo dell’Agenzia delle entrate, svolto dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria, è stato possibile accertare che la ditta individuale Bryd Costruzioni (società cartiera) avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti in favore della ditta Edil Laterizi trasporti, che a sua volta emetteva fatture false nei confronti della ditta Thema impianti. Le tre ditte di Sellia Marina avrebbero scaricato, dunque, ingenti oneri fiscali fittizi sulla società cartiera, la quale ometteva non solo di adempiervi ma anche di presentare le relative dichiarazioni fiscali, consentendo così alle altre due società coinvolte di abbattere la base imponibile ai fini delle imposte dirette, aumentando i costi, e di creare di conseguenza crediti iva, da vantare nei confronti dell’erario, in realtà non spettanti. Il sequestro di oltre 1,3 milioni di euro ha riguardato disponibilità finanziarie, beni mobili e beni immobili riconducibili agli indagati, individuati grazie agli accertamenti economico-finanziari e alle indagini patrimoniali svolte dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Catanzaro.