CATANZARO. “Dall’entrata in vigore del piano di rientro, molto è cambiato nella Regione Calabria. Sono stati chiusi numerosi ospedali, sono stati ridotti i posti letto, (oggi in Calabria il rapporto posti letto/cittadini è tra i più bassi d’Italia), nessun intervento è stato fatto nella rete territoriale. Non si è tenuto conto dei bisogni della popolazione, che è sempre più vecchia, ma anche più colpita da malattie croniche. Non si è strutturato nulla di organico nel territorio che potesse dare risposte efficaci alla piccola acuzie e alla cronicità”. È quanto si legge in un comunicato dell’intersindacale medicina primaria Calabria “Un accordo integrativo regionale (AIR) – si legge – firmato nel novembre 2016 con il commissario ad acta, Ing. Scura, che tiene conto delle novità della Legge Balduzzi, con un miglioramento di assistenza per i cittadini, con una maggiore professionalità per i medici, a distanza di 7 mesi ancora non è stato pubblicato ne è stato integrato con la parte inerente la Continuità Assistenziale e l’Emergenza Territoriale, così come non è stato firmato dal Dipartimento della Salute e conseguentemente non pubblicato il protocollo d’intesa per la stabilizzazione del personale convenzionato dell’Emergenza Territoriale”. La Intersindacale chiede una discussione con il governo regionale “alla luce degli atti emessi dal Governo per rispondere alle necessità della popolazione, i nuovi LEa, il piano vaccini, il piano delle cronicità, il piano dell’emergenza e delle cure palliative. Ad oggi i medici delle cure primarie, hanno sostenuto l’assistenza territoriale nella massima carenza di strumenti e altre collaborazioni professionali, facendosi carico dei bisogni espressi da una regione sempre più in sofferenza. A tal proposito – si sottolinea – vedasi le circolari emesse dal Dipartimento della Salute che hanno sconvolto l’organizzazione sanitaria regionale disattendendo le norme nazionali e regionali, provocando disagi nella popolazione . Dopo 11 anni – è scritto – ancora oggi si mette in dubbio l’interpretazione normativa economica riguardante l’Emergenza Territoriale provocando disagio nella classe medica. Ci chiediamo, perché non si vuole fare ripartire una Regione in sofferenza. Non si può rimandare ancora e non si può aspettare oltre, soprattutto per i pazienti e, pertanto, – è la conclusione – si chiede un incontro urgente sui problemi esposti”.