CATANZARO. L’associazione Anpa – LiberiAgricoltori Calabria, ha chiesto al presidente della Regione, Mario Oliverio, di “costituire subito un tavolo tecnico con la partecipazione delle organizzazioni professionali agricole, i rappresentanti della filiera olivicola, le Università e la regione, per accertare e monitorare la situazione e individuare le iniziative, sul piano organizzativo, tecnico, scientifico, necessarie per debellare il parassita e, contemporaneamente, approntare i provvedimenti necessari per aiutare gli olivicoltori”. L’Anpa definisce “gravissima” la situazione, dal momento che “negli ultimi giorni sono pervenute centinaia di segnalazioni da parte degli olivicoltori delle varie zone della Calabria sui danni che il parassita “Tripide” sta provocando all’olivicoltura. Il Tripide, specie comune nelle zone olivicole di tutto il bacino del Mediterraneo, normalmente non ha mai superato la soglia di danno sull’olivo poiché il Fitofago era predato/parassitizzato da diversi entomofagi tra cui il “Rincote Antacoride” e l’Imenottero “Calcidoideo”. Il problema si era posto già l’anno scorso, ma, allora, essendo annata di scarica il danno aveva riguardato solo la nuova vegetazione e, quindi, non suscitò l’attenzione necessaria”. L’associazione di categoria ha spiegato che “il parassita svernato, come adulto, nelle screpolature o lesioni della corteccia, nel corpo di cocciniglie parassitizzate o nelle gallerie del Fleotribo, ha resistito anche alle basse temperature verificatesi nei primi giorni di gennaio e uscito dai ricoveri in primavera, con le neanidi di colore giallognolo ha provocato danni notevoli, per mezzo di punture trofiche, su germogli, foglie, fiori, frutti. I germogli colpiti hanno manifestato uno sviluppo stentato, le foglie hanno subito deformazione, sui fiori l’attacco ha provocato l’aborto fiorale e successiva colatura, sui frutti invece ha facilitato il distacco e successiva cascola notevolmente anticipata. La conseguenza – ha concluso l’Anpa Calabria – sarà una rilevante riduzione della produzione e, quindi, una pesante riduzione del reddito degli olivicoltori”.