REGGIO CALABRIA. “Verrebbe quasi da sorridere, se non fosse un dramma politico, di fronte alle ultime dichiarazioni di Giovanni Siclari, secondo cui non c’è nulla di anormale o inopportuno nella sua candidatura, che, per effetto di una condanna penale e della successiva applicazione della legge Severino, priverà Villa San Giovanni di un sindaco democraticamente eletto chissà per quanto tempo”. Lo dichiara la deputata del M5S Federica Dieni. “Siclari – continua – ha provato a minimizzare e a spacciare come normale prassi amministrativa la staffetta che lo ha visto nominare il vicesindaco subito dopo la sua proclamazione, in modo da anticipare la sospensione disposta dalla Prefettura. Ci sono troppe cose che non tornano in questa storia: il sindaco afferma che il suo “esilio” durerà solo 8 mesi, in quanto la sospensione decorrerebbe dal momento in cui ha ricevuto la condanna, nel novembre 2016. Ma allora, se il suo “congelamento” è sempre stato in vigore, in base a quali poteri ha nominato il suo vicesindaco?. È molto più realistico pensare, invece – aggiunge Dieni -, che la sospensione di Siclari, notificata solo ieri dall’organo territoriale di governo, si protrarrà per 18 mesi, salvo un’eventuale sentenza di assoluzione che il sindaco, con l’arroganza che lo contraddistingue, ritiene praticamente certa. Siclari, tra l’altro, con il piglio dell’imbonitore fallito – prosegue la parlamentare 5 stelle – tende a minimizzare la gravità della situazione politica generata dalla sua elezione, che potrebbe causare un nuovo periodo di instabilità amministrativa a Villa San Giovanni. Il sindaco ha omesso di dirlo, ma la Prefettura, con una nota ufficiale, ha già comunicato di avere richiesto alla cancelleria del Tribunale di Reggio Calabria un aggiornamento certificato sulla sua posizione giuridica, nonché il verbale degli eletti. Come dire: la vicenda è tutt’altro che conclusa. Al di là dell’aspetto giuridico – secondo Dieni – restano intatti i nodi politici connessi alla volontà di un personaggio politico che, pur di seguire i suoi interessi e di dare corpo alle sue ambizioni, ha deciso di candidarsi e di scatenare il caos in una città che, al contrario, avrebbe solo bisogno di risolvere i suoi troppi problemi irrisolti”. La deputata conclude affermando: “Sarebbe dunque più opportuno che Siclari, invece di attaccare gratuitamente i parlamentari che svolgono con onestà e rigore il loro compito istituzionale, riflettesse sull’opportunità della sua scelta e sul modo di renderla più indolore possibile”.