ROMA. “La ‘ndrangheta è attualmente l’organizzazione criminale più pericolosa in campo nel nostro Paese. Il suo contrasto rappresenta per noi una priorità assoluta”. Lo ha ribadito il ministro dell’Interno Marco Minniti, in audizione davanti alla Commissione antimafia. “È un player nazionale e internazionale”, ha ricordato Minniti, “soprattutto nel traffico di stupefacenti dove costituisce l’elemento di raccordo tra il Sud America e l’intera Europa. Si muove con attività a 360 gradi, dagli appalti al pizzo alle estorsioni, passando per il gioco d’azzardo e il tentativo di controllo delle società calcistiche”. ”Il controllo delle società calcistiche” è uno degli obiettivi della ‘ndrangheta, ha affermato il ministro dell’Interno. “Particolare attenzione – ha assicurato Minniti – riserviamo alle serie minori e alle scommesse calcistiche, che muovono un giro d’affari di 3 miliardi”, finendo con il rappresentare un settore di estremo interesse “sia per le mafie italiane sia per quelle straniere”. “È possibile che nei prossimi mesi i boss che hanno finito di scontare delle condanne possano tornare e cercare di approfittare dell’attuale vuoto di leadership di Cosa nostra”, ha poi sottolineato il ministro. “Se per Riina si è stati in grado di assicurare ogni suo diritto nel regime intramurario, va espressa invece preoccupazione per quanto potrebbe accadere a breve rispetto alla gestione di altri detenuti sottoposti al regime del 41 bis bisognosi di trattamento similare”. Lo ha affermato Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia, in apertura della seduta di ieri. “Non sempre – ha spiegato Bindi – le strutture ospedaliere pubbliche hanno, nella sezione riservata ai detenuti, un numero di celle sufficienti per rispondere a richieste di cura e di assistenza che si prevedono crescenti, così come, parallelamente, i continui spostamenti dei detenuti ospedalizzati per la partecipazione a distanza alle udienze”. “Tutto ciò – ha concluso la presidente della Commissione – richiederà un maggiore numero di personale specializzato penitenziario con aumento dei rischi. Occorre dunque adottare tempestivamente soluzioni di ricovero e cura ottimali, per quanto possibile intramurarie dentro il sistema carcerario, in grado di soddisfare i diritti del singolo ma anche la tutela della collettività, nonché comunque soluzioni idonee a evitare ripetuti trasferimenti dei detenuti adeguando ove occorra le stesse strutture sanitarie pubbliche con sistemi di videoconferenza”.