Spaccio di droga nel Catanzarese: tredici persone finite in manette
CATANZARO. Un’operazione antidroga in Calabria ha portato all’esecuzione di 13 misure cautelari tra Catanzaro, Borgia, Vallefiorita e Rosarno. Militari del comando provinciale dei Carabinieri di Catanzaro hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia in carcere per sei persone, altre quattro sono state poste ai domiciliari e altre tre sono state sottoposte all’obbligo di firma. L’attività, condotta dal nucleo investigativo, ha permesso di smantellare un’associazione dedita all’acquisto di grandi quantità di cocaina, hashish e marijuana dall’area di Gioia Tauro e Vibo Valentia per poi rivenderli al dettaglio tra il capoluogo catanzarese e comuni della fascia ionica. Due provvedimenti in carcere sono stati eseguiti unitamente a militari del nucleo di polizia tributaria, Gico, della Guardia di Finanza di Catanzaro in quanto soggetti comuni ad altra, autonoma, indagine. Sono in corso delle perquisizioni domiciliari. L’organizzazione, secondo l’accusa, si riforniva nelle Serre vibonesi e nella piana di Gioia Tauro, approvvigionandosi di droga, in particolare cocaina, che veniva smerciata anche a Catanzaro grazie ad una rete di spacciatori che aveva il suo quartier generale nella zona di via Lucrezia della Valle. Fra loro gli indagati parlavano in codice per tentare di sfuggire alle forze di polizia durante i loro “summit”. Nel corso delle operazioni è stato sequestrato oltre un chilogrammo di cocaina e, a testimonianza della pericolosità dell’organizzazione, anche una pistola e una bomba a mano prodotta nell’est Europa. Tre degli arrestati sono stati sorpresi in flagranza di reato. Tra la “manodopera” impiegata dall’organizzazione anche cittadini stranieri. Il procuratore capo Nicola Gratteri ha parlato di una “forte accelerazione” delle operazioni nel campo della repressione del traffico di stupefacenti, resa possibile anche dall’adeguamento degli organici della spessa Dda e delle forze dell’ordine che consente “un target” qualitativo e probatorio delle indagini “di altissimo livello”. Gli inquirenti, nel corso di un incontro con i giornalisti, hanno parlato di un consumo di droga “dilagante” apace di arrivare anche davanti alle scuole. L’operazione è stata chiamata in codice “Ramon”. La bomba a mano, proveniente dall’ex Jugoslavia, è stata ritrovata all’interno di una falegnameria di Borgia. I componenti del sodalizio, capeggiato dall’indiano Rhama Ungaro, si incontravano in un parcheggiodi una zona commerciale a sud di Catanzaro, e concordavano la cessione dello stupefacente, utilizzando schede telefoniche dedicate per sottrarsi ad un eventuale monitoraggio da parte delle forze dell’ordine delle loro conversazioni via telefono, ma i Carabinieri, ciononostante, con una attività di indagine meticolosa, hanno ricostruito l’attività del gruppo con appostamenti, pedinamenti, intercettazioni. Ventiquattro complessivamente gli indagati.
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