CATANZARO. “L’avvitamento della crisi che sta colpendo il porto di Gioia Tauro rischia di trasformarsi in un gorgo pericoloso per i dipendenti e le prospettive di rilancio dell’infrastruttura”. Lo afferma, in una nota, il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò. “La dura risposta dei sindacati e dei portuali, con la decisione di proclamare l’astensione dal lavoro per dieci giornate – continua Nicolò – non è certamente una misura presa a cuor leggero. Le buste paga degli aderenti alla protesta – dice – si ritroveranno il prossimo mese notevolmente alleggerite, e questo dato non può essere sottovalutato dal Governo regionale. In queste ore – prosegue Nicolò – le forme di lotta stanno assumendo contorni allargati, fuori dal perimetro dell’area portuale, fino al blocco temporaneo della Salerno – Reggio Calabria. Un clima che non giova a nessuno, meno che mai al terminalista e ai lavoratori portuali, e che evidenzia, ancora una volta, l’incapacità di questo Governo nazionale e della Giunta regionale di indicare una via programmatica affinché Gioia Tauro esca dal limbo del transhipment per diventare, a tutto tondo, un ‘Hub’ flessibile in grado di smistare velocemente su rotaia e su gomma i container e di offrirsi come area logistica per gli operatori economici di tutta Europa. Su Gioia Tauro, inoltre, pesa nel contingente il ritardo con cui il Governo vorrebbe attuare l’Agenzia del lavoro, strumento che dovrebbe governare e garantire il futuro dei circa 400 dipendenti che il terminalista vorrebbe mettere fuori dalla produzione. Di tempo ormai ne è passato e ne sta passando – prosegue Alessandro Nicolò – e di risultati, dopo i reboanti e reiterati impegni assunti da Delrio e dalla Giunta regionale, non se ne vedono proprio”. “Primeggia, invece – secondo Nicolò – la prospettiva di disoccupazione di lunga durata, o peggio ancora, l’avvicinarsi dello spettro della perdita del lavoro, i cui effetti sarebbero davvero disastrosi per Gioia Tauro e la Calabria. Intanto, grazie all’incapacità, o alla non volontà, del Governo nazionale e della Regione, guidati dal centrosinistra, i dipendenti del porto di Gioia Tauro si stanno ritrovando, è il caso di dirlo, in mezzo ad una strada ,senza trovare neppure quel minimo necessario tavolo di ascolto che almeno serva a fornire a chi sta per perdere il lavoro, quella speranza di interlocuzione senza cui ogni sforzo per chiudere positivamente la vertenza risulterà davvero vano. Oliverio e chi lo sostiene devono farsi carico della responsabilità di assumere efficaci iniziative per riportare serenità a Gioia Tauro rappresentando, e non con il cappello in mano, al Governo la richiesta di un masterplan credibile per restituire a quella grande infrastruttura il ruolo baricentrico nell’ara mediterranea, almeno per le merci in entrata da Suez. Tocca alla politica, nazionale e regionale, disegnare gli scenari e indicare le prospettive – conclude Nicolò – e non certo ai lavoratori che stanno perdendo soldi e speranze, per allontanare il pericolo dell’ennesima delusione e delle occasioni perdute”.