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Due scuole della Locride all’ombra del clan Cordì: 15 misure cautelari

Due scuole della Locride all’ombra del clan Cordì: 15 misure cautelari

LOCRI. Scuole della Locride all’ombra delle cosche. L’istituto statale d’arte “Panetta” e l’Istituto professionale statale per l’industria e l’agricoltura di Locri sarebbero totalmente abusivi secondo le indagini dei carabinieri. A quindici persone sono state notificate, tra Locri e Roma, altrettante misure cautelari e stati sequestrati beni per svariati milioni di euro. Anche le due scuole sono state sequestrate. Per la Dda di Reggio Calabria le persone coinvolte sono tutte responsabili, a vario titolo, dei reati di truffa aggravata e continuata, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato la cosca di ‘ndrangheta dei Cordì. Un affare da dodici milioni di euro, finiti anche nelle tasche di professionisti vicini al clan Cordì e tutti sequestrati per equivalente ai 12 indagati. A pagare sono state generazioni di studenti, da circa dieci anni costretti a frequentare due scuole prive di qualsiasi certificato che ne attestasse la rispondenza ai requisiti di sicurezza e di agibilità necessari per la destinazione. “Con vari pretesti  -ha spiegato il Procuratore capo della Dda, Federico Cafiero de Raho- si è fatto swmpre in modo di rinviare il deposito della documentazione necessaria, come i certificati di collaudo o di agibilità, ma la Provincia ha comunque proceduto all’acquisto di un edificio e alla locazione di un altro. E la locazione è stata per anni rinnovata senza che nessuno si preoccupasse di verificare le condizioni di tale contratto”.  Circostanze che hanno indotto gli inquirenti a chiedere e ottenere il sequestro delle due scuole, l’Istituto statale d’arte “Panetta” e l’Ipsia, per verificarne le condizioni di sicurezza. Nell’ambito della operazione sono state effettuate numerose perquisizioni personali e domiciliari nei confronti degli indagati, che sono per lo più incensurati e liberi professionisti. Secondo inquirenti e Dda gli illeciti contestati sono stati favoriti dalla collusione di persone appartenenti a varie amministrazioni pubbliche, tra cui il Comune di Locri e la Provincia di Reggio Calabria, e di persone considerate vicine alla cosca Cordì. Ieri mattina i carabinieri hanno bloccato l’ingresso nelle due scuole poste sotto sequestro e circa ottocento studenti sono tornati a casa. Solo una delle persone arrestate è stata tradotta in carcere. Si tratta di Pietro Circosta, imprenditore di 45 anni, al quale sono stati anche sequestrati beni per 880 mila euro. Agli arresti domiciliari sono invece finiti l’avvocato Luca Maio (45anni); Antonio Maiorana (47), impiegato; Rocco Maiorana commerciante, (50), e Sofia Procopio (66), impiegata. Obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria per Salvatore Calabrese, padre del sindaco di Locri, Giovanni, ad Antonio Circosta (74), pensionato, al quale sono stati anche sequestrati beni per 900 mila euro; Sergio Caracciolo (42), avvocato (sequestrati beni per un milione e 300 mila euro); Giuseppe Cuzzilla (47), ingegnere; Giuseppe Lucano (51), architetto; Giovanni Macrì (65), pensionato; Antonio Pasquale Romeo (60), geometra; Antonio Milicia (56), architetto; Giovanni Boggio Merlo (76), agente di commercio, e Marianna Callipari (46), ingegnere.

De Raho: “Scuole chiuse perché insicure”

Le due scuole sequestrate dai carabinieri a Locri “erano ospitate in edifici insicuri che non potevano essere finalizzati ad usi scolastici” -ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho. “Le indagini -ha aggiunto De Raho- sono partite dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che nel maggio del 2014 ha riferito che un istituto scolastico a Locri di interesse dei Cordì, l’Istituto statale d’arte Panetta, era stato costruito proprio da uomini che li rappresentavano nel mondo dell’imprenditoria. Nell’ambito dell’inchiesta abbiamo rilevato che, oltre al Panetta, c’era un’altra scuola, l’Ipsia, costruito dalla stessa società e che registrava, anche questo, diverse irregolarità”. Cafiero de Raho ha riferito, inoltre, che “il sequestro non consentirà l’utilizzazione dei due edifici perché vengono meno la sicurezza e l’incolumità degli studenti”.

 

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