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Pasqua, celebrato a Reggio Calabria il “precetto” delle forze dell’ordine

Pasqua, celebrato a Reggio Calabria il “precetto” delle forze dell’ordine

REGGIO CALABRIA. Venerdì mattina nel Duomo di Reggio Calabria è stato celebrato il Precetto Pasquale 2017, organizzato dal comandante della Legione Carabinieri “Calabria” di Catanzaro, il generale di brigata Andrea Rispoli. La santa messa è stata celebrata, alla presenza dell’arcivescovo di Reggio-Bova Giuseppe Fiorini Morosini, dall’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, Santo Marcianò, reggino, il quale si è detto emozionato di ritornare nella propria città. Alla cerimonia sono intervenute le massime autorità regionali militari, civili e religiose, nonché le vedove e gli orfani degli appartenenti all’Arma. Tutti i corpi armati dello Stato e delle forze dell’ordine sono stati presenti con rappresentanze di tutte le componenti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Direzione Marittima, della Polizia Provinciale, del Comando Militare Esercito, dell’Aeronautica Militare, dell’Amministrazione Penitenziaria, dei Vigili del Fuoco, dei Vigili Urbani, della Croce Rossa con i loro rispettivi Comandanti regionali, provinciali e locali. L’arcivescovo Marcianò nel corso dell’omelia ha posto l’accento, in particolare, sulla vocazione di ogni appartenente ai corpi armati dello Stato e delle forze dell’ordine: “Così come nella parabola è mandato dal Padre per i contadini, per risolvere i loro conflitti, potremmo dire per garantire un tempo di pace, ma la sua missione viene terribilmente distrutta, così come a volte sono proprio gli operatori di pace a pagare con la vita”. Il generale Rispoli si è detto soddisfatto della riuscita della celebrazione, la prima volta che si tiene a Reggio Calabria: “Tutte le autorità che abbiamo invitato sono venute e poi abbiamo visto una grandissima partecipazione di militari e appartenenti ai corpi non militari da tutta la regione. È un grande onore per tutte le forze di polizia, per le forze armate e i corpi civili dello Stato. Siamo qua al di là dell’ufficialità per testimoniare l’importanza della vocazione, la nostra è una professione che dev’essere fatta perché si è spinti da un forte credo in quello che si fa nell’interesse del cittadino”.

 

 

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