CATANZARO. Con un’interrogazione parlamentare al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, il senatore Piero Aiello, insieme ad altri senatori di Area Popolare-NCD, chiede di intervenire con immediatezza per sbloccare l’avvio dei lavori per il terzo megalotto della SS 106 in Calabria, il tratto tra Sibari e Roseto. Se ne discute da anni ormai perchè l’ammodernamento della seconda arteria più importante della Calabria, la SS.106, permetterebbe un più agevole collegamento tra la rete autostradale tirrenica e quella adriatica, apportando notevoli benefici anche in termini economici al territorio. Un avvio dei lavori infatti sarebbe di grande utilità sia dal punto di vista occupazionale per le risorse che vi si potrebbero impiegare, sia perchè aiuterebbe anche la regione a uscire dal profondo isolamento in cui attualmente si trova a causa delle sue carenze infrastrutturali. La SS 106 jonica, inoltre, secondo i dati Istat è la strada più pericolosa d’Italia, ribattezzata “strada della morte” per il numero annuo di incidenti che vi si registrano. Per tali ragioni richiede una rapida e adeguata messa in sicurezza. Ma l’opera continua ad essere rinviata per ragioni che appaiono puramente burocratiche. L’interrogazione presentata ripercorre le fasi legate al progetto, la pianificazione e il finanziamento dei lavori. L’Intervento fu inserito già nel 2001 nel primo Programma delle Infrastrutture strategiche (Delibera CIPE n. 121/2001). Ma a tutt’oggi nulla è avvenuto. Dopo circa 15 anni di passaggi e procedure burocratiche che hanno di fatto provocato ritardi ingiustificabili, solo ad agosto del 2016 il progetto è stato inviato al CIPE che con delibera n. 41/2016 ne ha disposto l’approvazione. La delibera è stata, in seguito, inviata alla Corte dei Conti, la quale in data 30/01/2017 ha formulato dei rilievi dando 20 giorni di tempo al MIT per le controdeduzioni, che però non sono arrivate, bloccando di fatto per l’ennesima volta l’avvio dell’opera. I senatori, dunque, chiedono conto al Ministero delle Infrastrutture della incapacità di rispondere nei termini previsti ai rilievi avanzati sul progetto dalla Corte dei Conti. Chiedono, inoltre, quali sono le ragioni per le quali si è deciso di ritirare il Progetto dal CIPE e, nel caso venisse rigettato il contenuto della delibera 41/2016, quali sono le azioni che il Ministro porrebbe in essere per rimediare all’ennesimo ritardo, atteso che quanto accaduto provocherà ulteriori considerevoli perdite di tempo rispetto all’avvio di un opera che la Calabria attende da troppo.