COSENZA. Il 9 marzo si celebra in tutto il mondo l’undicesima giornata mondiale del rene, un grande evento di sensibilizzazione sulle malattie renali. L’associazione Donne Medico di Cosenza aderirà alla giornata mondiale, in Italia promossa dalla Società Italiana di Nefrologia e dalla Fondazione Italiana del Rene e il cui tema, quest’anno, è il rapporto tra le malattie renali e l’obesità, con un momento formativo rivolto agli alunni degli Istituti Scolastici Superiori diretti dalla Professoressa Graziella Cammalleri. “L’iniziativa – spiega una nota – scaturisce dalla necessità di far comprendere ai ragazzi che un’adeguata informazione è la prima regola della prevenzione. Nel corso dell’incontro i Nefrologi dell’Associazione e una nutrizionista si adopereranno per aumentare negli studenti la consapevolezza che, per dirla con Oscar Wilde, “la salute è il primo dovere della vita” e che prevenzione significa ridurre i fattori di rischio come il fumo, il peso in eccesso, la quantità di alcool, la vita sedentaria, una dieta ricca di sale e additivi vari e che quando si sospetta una malattia renale basta sottoporsi a un semplice esame delle urine, della creatinina nel sangue, al controllo della pressione arteriosa e se necessario, a un’ecografia renale per una diagnosi precoce. Nel caso delle malattie renali, in particolare, la prevenzione è molto importante in quanto si tratta di patologie che nelle loro prime fasi sono del tutto asintomatiche. L’obesità è un fattore di rischio per il diabete, l’ipertensione, le malattie cardiovascolari e le malattie renali e le persone in sovrappeso hanno la possibilità da 2 a 7 volte maggiore di sviluppare l’insufficienza renale cronica rispetto al resto della popolazione, ma il dato importante è che l’obesità, nonostante sia oggi uno dei principali problemi di salute pubblica, è una condizione ampiamente prevenibile perché causata nella maggior parte dei casi da stili di vita scorretti. In Italia vi sono attualmente 10 milioni di obesi, 15 milioni di ipertesi e 5 milioni di diabetici. È quindi fondamentale – si legge infine – incoraggiare e facilitare l’educazione, la diagnosi precoce e uno stile di vita sano specie nei giovani per assicurare loro una migliore aspettativa di vita”.