REGGIO CALABRIA. “Quando si parla di ricomporre il nuovo centrodestra io direi: o noi o Salvini”. Lo ha detto Maurizio Sacconi a Reggio Calabria. “Forza Italia – ha aggiunto – è apparsa molto subalterna all’iniziativa di Salvini. Mi chiedo come possa chiedere il voto meridionale in queste condizioni. Mi chiedo come possa chiedere il voto ai calabresi essendo subalterna a Salvini, che chiede l’indipendenza del Veneto. L’unità dei moderati esclude Salvini. Perché se sono moderati non possono comprendere Salvini”. “I moderati – ha proseguito Sacconi – non sono timidi, sono persone che hanno condivisioni molto solide ma che cercano di affermarle nel rispetto delle persone. Quindi con un senso di responsabilità della funzione pubblica che non deve esaltare le paure, ma deve dare soluzioni alle paure”. “La funzione pubblica – ha concluso – non può eccitare gli animi, deve creare le condizioni perché le persone si sentano sicure”. “Il programma di Renzi è il nostro programma. La sua velocità è la nostra velocità. Il paradosso è che normalmente siamo noi a trainare perché il suo partito tira indietro” – ha aggiunto Maurizio Sacconi – “la legge elettorale – ha proseguito – è stata concordata secondo due principi tra loro collegati: il premio alla lista e poi l’assenza di soglie, perché il 3% è la soglia tecnica ed è quella che si produce di fatto. Però non hanno senso le soglie per quel 45% di minoranza che è bene sia rappresentativo di tutte le convinzioni politiche”. “Forza Italia ha voluto questa divisione e ha voluto rinunciare a vincere” – continua Maurizio Sacconi a proposito delle elezioni regionali di domenica 23 novembre – . “Adesso – ha detto Sacconi – la posta in gioco in Calabria è questa: posto che vincerà con ogni probabilità il Pd, che per buona parte è contro Renzi, è importante che in Consiglio regionale ci sia una robusta componente del Nuovo Centrodestra che, combinata con i renziani del Pd, garantisca una Calabria in sintonia con le riforme del Governo Renzi. Altrimenti se banalmente dovessimo ritornare ai tempi di Loiero, non credo che la Calabria avrebbe una grande prospettiva”.