LAMEZIA TERME. In “un mondo malato di violenza, presente perfino nei luoghi più sacri: la famiglia, la scuola, lo sport, la politica, e non ne è esente l’ambiente ecclesiale”, “lascia la via della violenza e camminiamo insieme nella via della pace”: è il monito lanciato dal vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora nel corso del tradizionale messaggio di auguri natalizi alla Chiesa e alla città, nel salone del seminario vescovile alla presenza del Sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, di diversi sindaci del comprensorio lametino, dei rappresentanti del mondo dell’associazionismo e di numerosi cittadini. Il Presule ha invitato la comunità lametina a ricercare lo stile di una politica per la pace come elemento essenziale per il vero progresso, la non violenza “non solo come aspirazione e rifiuto morale della violenza e degli impulsi distruttivi ma anche come un metodo realistico e efficace, un insieme di pratiche individuali e di popolo costruttrici di speranza e di vita comune nella pace piuttosto che nelle ostilità”. Quindi ha rivolto un pensiero ai cristiani perseguitati nel mondo a causa della fede. Per il Vescovo di Lamezia “la persecuzione di cristiani e altre minoranze è una forma di violenza ignobile in un mondo sempre più brutale. Il terrore sta esasperando il fenomeno dell’emigrazione obbligata. Ricordare i nostri martiri nell’avvicinarsi del Natale ci aiuta a evitare il falso Natale dal sapore dolciastro. Questi nostri fratelli e sorelle, uccisi a causa del Vangelo, ci fanno comprendere che la violenza viene sconfitta solo dall’amore”. Mons. Cantafora ha rivolto il suo augurio natalizio “a chi vivrà questo Natale con difficoltà e sofferenza, in particolare a quanti sono provati dai disagi e dalle povertà presenti nella nostra intera regione. Ai bambini che soffrono per le famiglie divise e con genitori part-time. Agli anziani soli, senza figli, chiusi nelle loro case o in strutture di ricovero. Alle tante famiglie che si stanno prendendo cura dei parenti con malattie gravi o rare e difficili. A chi soffre per la perdita e la mancanza di un posto di lavoro, un’assenza che può dare origine a fenomeni di violenza familiare e anche sociale. A chi ha fatto della violenza lo stile degradato della propria esistenza ricordo, con le parole del profeta Isaia che leggeremo nella notte santa, che il Natale viene per spezzare i bastoni degli aguzzini e fermare i mantelli intrisi di sangue”.