CATANZARO. “Se invece di far esibire Matteo Renzi da solo sul palcoscenico del ‘Cilea’ a Reggio Calabria nel fallimentare tripudio elettoralistico per il ‘si’, l’assessore Roccisano l’avesse avvicinato per chiedergli di far firmare l’autorizzazione ministeriale indispensabile per le mille unità selezionate ai fini della partecipazione a tirocini negli Uffici Giudiziari, avrebbe fatto almeno una cosa utile”. Lo afferma il consigliere regionale dell’opposizione Mimmo Tallini. “In una regione come la nostra in cui il diritto costituzionale al lavoro è quotidianamente offeso e in cui la disoccupazione e la povertà hanno toccato percentuali da capogiro – aggiunge – sottovalutare questioni così vitali, sia per il bene della Calabria che soprattutto per le persone direttamente interessate, è grave, ingiusto e ingiustificabile. E’ davvero inconcepibile che, ad oggi, l’autorizzazione da parte del Ministero, che deve essere data entro fine mese, contrariamente a quanto avvenuto per le altre Regioni, non sia stata ancora sottoscritta o resti sospesa con la sciagurata intenzione di far scadere i termini. Non voglio credere che tutto sia accaduto per finalità elettoralistiche. Ma decisamente desta un sospetto grande quanto un grattacielo, constatare che, a distanza di quasi un anno dalla stipula delle intese raggiunte tra la Regione Calabria e la Corti di Appello di Catanzaro e Reggio Calabria, la Procura Generale di Catanzaro e Reggio Calabria nonchè la Magistratura amministrativa contabile, ancora adesso, dopo un iter defatigante che ha visto coinvolte tantissime persone risultate idonee alle graduatorie approvate dalla Regione Calabria, l’autorizzazione ministeriale non sia pervenuta. Non c’è alcuno spirito polemico nel mio intervento – sottolinea il consigliere regionale di opposizione – ma soltanto una richiesta e una domanda. La richiesta è che a queste persone, che hanno partecipato al bando emanato dalla Regione Calabria con decreto n:2285 del 9/03/2016, già penalizzate con la mancata retribuzione del ‘sostegno al redditò, visto che la stragrande maggioranza proveniva da processi produttivi, sia data con immediatezza una risposta certa. La domanda: come ha potuto la Regione procedere alla stipula delle convenzioni con gli Uffici ministeriali senza un preventiva autorizzazione? Serve dunque fare chiarezza. Qualora, invece, la Regione avesse i ‘carboni bagnatì e non fosse più in condizioni di agire sul Governo, considerato il dirompente esito referendario, nè di affrettare la firma da parte del Ministero, sarebbe quanto meno necessario confessare apertamente la propria impotenza, cosicchè si possa coinvolgere l’intero Consiglio regionale, affinchè si faccia interprete del disagio delle persone coinvolte attraverso iniziative ferme e forti. La Calabria – conclude Tallini – non può essere maltrattata in maniera così aperta e spudorata, nè questioni talmente incidenti sul tessuto occupazione possono essere sottovalutate fino al rischio di mettere in discussione il lavoro cui hanno diritto i tirocinanti negli Uffici giudiziari”.