REGGIO CALABRIA. Il collaboratore di giustizia Antonino Fiume, lunedì 28 novembre, ha deposto all’udienza del processo nato dall’operazione Breakfast, condotta dalla Guardia di Finanza e che vede, tra gli altri imputati, l’ex ministro Claudio Scajola e Chiara Rizzo, moglie dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, accusati di procurata inosservanza di pena a favore dell’ex armatore. Dinanzi al collegio presieduto da Natina Pratticò, dopo avere tratteggiato le ragioni della sua collaborazione e la sua frequentazione con la cosca De Stefano, Fiume si è soffermato in particolare su una cena, una serata che sarebbe stata organizzata “per una pizza”, in occasione dei festeggiamenti per l’elezione di Aquila, poi divenuto vicepresidente della giunta provinciale di Reggio Calabria. Secondo il racconto del collaboratore di giustizia la serata si sarebbe tenuta nel 1994 presso l’allora notissima discoteca-pizzeria-ristorante “Papyrus”, e alla cena avrebbe partecipato Amedeo Matacena, il quale avrebbe riunito allo stesso tavolo esponenti e rappresentanti della ‘ndrangheta di Reggio Calabria. Fiume ha riferito di essere stato presente, a fine serata, quando avrebbe accompagnato Giuseppe De Stefano proprio a quell’incontro. Alla domanda del pm della DDA Giuseppe Lombardo, che ha chiesto al collaboratore se fossero presenti alla riunione soggetti che non fossero nella ‘ndrangheta, Fiume ha risposto: “In quel tavolo non credo, tutte persone che avevano parenti da uno schieramento o dall’altro”. Ancora, secondo il racconto di Fiume, Matacena avrebbe parlato di piani per investire sul turismo in riva allo Stretto: “Matacena parlava in generale, di fare di Reggio una piccola Las Vegas o una piccola Montecarlo, deporre le armi e far sì che le persone investissero in qualcosa di nuovo”. “Era un discorso che lui faceva dappertutto – ha aggiunto Fiume – era il suo chiodo fisso”. L’udienza è stata rinviata al 7 dicembre.