CATANZARO. “Sono prese in giro dei cittadini concordate in ambiti in cui dovrebbero prevalere atteggiamenti di serietà e rigore. Così, non si fa altro che delegittimare ulteriormente le istituzioni. Per raccattare qualche voto in più a favore del traballante ‘sì’ al referendum, che soprattutto nel Mezzogiorno è snobbato perchè i meridionali sono angustiati da problemi ben più seri, il premier Renzi sta venendo a patti con i presidenti De Luca e Oliverio, ai quali promette mari, monti e ponti d’oro. E adesso anche la sanità. Fregandosene di ogni coerenza, Renzi affiderebbe la sanità a De Luca e a Oliverio, ben sapendo che la riforma costituzionale la sottrae alle Regioni”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Domenico Tallini (Fi), che aggiunge: “Questa dell’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio di Montecitorio, che consentirebbe a De Luca e Oliverio di diventare commissari della sanità, naturalmente a referendum concluso, è l’ulteriore prova – scrive – del pressappochismo del governo Renzi e delle contraddizioni della riforma costituzionale. Anche la sanità, infatti, se passasse la riforma, sarebbe tolta alle Regioni, visto che il nuovo articolo 117 assegna allo Stato la competenza per “disposizioni generali e comuni per la tutela sella salute”, per cui l’emendamento in questione altro non è che una regalia elettoralistica. Lo Stato spoglia la Regione di competenze, inclusa quella sulla sanità, ma De Luca e Oliverio sarebbero promossi commissari. Una bella trovata alle spalle dei cittadini – continua Tallini – e della sanità che, aldilà dei proclami, e così come per tante altre materie sottratte alle Regioni, continuerebbe, con esiti disastrosi, ad essere disputata tra Stato e Regioni, visto che la nuova confusionaria formulazione costituzionale maschera, assegnando alle Regioni ‘la programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e socialì, una riedizione della potestà legislativa concorrente. Una previsione che in peggio è superata solo dalla prospettiva di avere a capo della sanità calabrese il presidente Oliverio. Ma siccome la promessa di Renzi sarà incassata dal governatore calabrese solo se il ‘sì’ vincesse, i calabresi – conclude – sanno bene cosa fare per impedirlo”.