A Vibo Valentia, il giorno dopo la clamorosa schedina da 163 milioni, tutti si chiedono chi sia il fortunato che ha realizzato la seconda vincita più alta nella storia del Superenalotto. Tanta le persone che anche stamattina hanno stazionato davanti alla ricevitoria in cui è stata giocata la schedina vincente. E tutti si pongono la stessa domanda: “Chi ha vinto?”. C’è chi si azzarda ad abbozzare qualche nome, qualche sospetto. Un fatto, comunque, è certo: tutti sperano che una somma così smisurata sia andata a chi ne aveva veramente bisogno e non “a chi già sta bene”. Molti i commenti su quante cose si potrebbero fare con una somma di denaro così alta. “Io – dice un impiegato – mi toglierei tutti i debiti e poi sparirei per sempre, via dall’Italia”. “Io – afferma un operaio con un sorriso appena accennato – non saprei nemmeno come iniziare a spenderli”. “Chiunque egli sia – dice uno studente -, ci auguriamo che faccia qualcosa per la città”. Il pericolo, ora, è quello di una “deflagrazione dei rapporti familiari, con un serio rischio per il mantenimento delle relazioni interpersonali esistenti”. La vincita da 163 mln al Superenalotto a Vibo Valentia da parte di un fortunatissimo sconosciuto rappresenta un evento “tutt’altro che facile da gestire”, mette in guardia il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Claudio Mencacci, secondo il quale il vincitore andrà incontro ad un serie di reazioni che lo porteranno dallo “stordimento e incredulità iniziali ad una condizione di stress da eccessiva contentezza”. “Purtroppo – rileva Mencacci – casi analoghi nel passato, anche se caratterizzati da vincite minori, hanno portato a esiti negativi con conseguenze serie nella vita dei soggetti interessati. C’è, insomma, una casistica negativa”. Questo perché, una “improvvisa e inaspettata disponibilità economica di tale portata diventa, per un soggetto normale e magari finora vissuto in condizioni di moderata disponibilità finanziaria, un carico emotivo difficile da reggere”. Il primo rischio è, appunto, “la deflagrazione, nel senso di cambiamento o rottura, delle relazioni interpersonali; rapporti basati su determinati equilibri, infatti, vengono investiti inevitabilmente da un evento sconvolgente che cambia l’ordine delle priorità”. Il vincitore cioè, sottolinea lo psichiatra, “è portato a cambiare il proprio metro di giudizio, in molti casi è pervaso da una sensazione di onnipotenza e ciò lo porta a modificare anche il rapporto con gli altri, oltre al rischio della perdita della propria identità fino a quel momento costruita”. Si tratta, in altre parole, di “uno sconvolgimento personale e relazionale”. Un’analisi che parte anche da un dato di cronaca: “In vari casi, la fortuna economica – avverte il presidente degli psichiatri – ha portato sfortuna ai vincitori”. Ma un ‘antidoto’ a tanti rischi, secondo Mencacci, c’è: “Il mio consiglio a questo vincitore è quello di fare tanta beneficenza, a chi ne ha bisogno o, ad esempio, donando alla Ricerca scientifica. In questo modo, infatti, si può ricostruire quell’equilibrio interiore improvvidamente sconvolto, alleggerendosi in un certo senso dell’eccessivo senso di onnipotenza e relativizzando l’evento – conclude – concentrandosi anche su una finalità altruistica che esso può acquisire”.