ROMA. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Democrazia cristiana con cui si sollevava la questione d’incostituzionalità della Legge elettorale regionale approvata dal Consiglio regionale a conclusione della scorsa legislatura. Nel corso dell’udienza che si è svolta alla Consulta per esaminare il ricorso relativo alle norme sulle elezioni regionali in Calabria, la Corte non ha dichiarato inammissibile il ricorso in quanto tale, ma la costituzione di una parte, il partito Dc, che aveva chiesto di intervenire in giudizio. La Corte costituzionale, dunque, non ha dichiarato inammissibile il ricorso avverso le norme elettorali approvate dal Consiglio regionale in chiusura della passata legislatura e quando già il Consiglio stesso era sostanzialmente in fase di scioglimento. Ha soltanto dichiarato inammissibile l’intervento in giudizio del partito della Dc. La Consulta ha invece regolarmente proceduto alla discussione sul ricorso presentato, avverso le stesse norme, da Wanda Ferro. “Sono molto contenta -ha dichiarato l’ex presidente della Provincia di Catanzaro- che la Consulta abbia ritenuto ammissibile il mio ricorso ed abbia proceduto alla discussione. Attendo fiduciosa la decisione della Corte nella convinzione che la legge elettorale con cui si è andati al voto per la Regione sia davvero in contrasto con vari principi della nostra Carta fondamentale”. Il ricorso della Ferro sostiene la incostituzionalità delle norme elettorali regionali in particolare nella parte che non prevede che venga assegnato un seggio in Consiglio regionale al miglior perdente tra i candidati alla Presidenza. Questa anomalia non ha consentito a Wanda Ferro di sedere a Palazzo Campanella come capo della opposizione, diversamente da quanto è avvenuto nelle legislature precedenti per tutti i migliori perdenti e diversamente da quanto accade in tutte le altre regioni italiane. La Corte, dopo la discussione, si è riservata la decisione che dovrebbe essere depositata entro circa un mese. Di brutta figura del Pd e di tutti gli altri alleati del governatore Oliverio parlano Federica Dieni, Dalila Nesci, Paolo Parentela e Nicola Morra, parlamentari Cinquestelle. “E’ del tutto evidente -sostengono- che la Consulta, dopo aver vagliato il ricorso, potrebbe anche decidere di annullare la legge elettorale calabrese, approvata quando il Consiglio si trovava in regime di prorogatio, e dichiararla incostituzionale”, con tutti gli effetti, finanche quello dello scioglimento, che ne potrebbero derivare. “Dunque nessun pericolo scampato – aggiungono – per un Consiglio regionale che speriamo vada presto a casa”.