COSENZA. È stato individuato e bloccato, l’uomo di colore che, nella mattinata di domenica scorsa, aveva dato in escandescenze e aveva tentato di denudarsi nella chiesa di Santa Teresa, nel centro di Cosenza. L’uomo è stato trovato, senza maglietta e senza scarpe, nei pressi di corso Mazzini, nella serata di domenica, dagli uomini della questura di Cosenza. È stato accompagnato all’ospedale dell’Annunziata, dove è adesso ricoverato in psichiatria. Si tratta di un immigrato sbarcato qualche settimana fa ad Augusta (Siracusa) e che è arrivato in Calabria. Sarebbe affetto da una malattia della pelle e proprio per chiedere attenzione al suo problema avrebbe inscenato la singolare forma di protesta in chiesa. Era stato subito raggiunto, domenica mattina, dalla polizia e dai sanitari del 118, che lo avevano già portato in ospedale. Ma poi era riuscito ad allontanarsi, facendo perdere le proprie tracce. Ieri sera la nuova cattura. “La clamorosa e disperata protesta dell’immigrato di colore, malato(pare di scabbia), che si è denudato ieri nella chiesa di Santa Teresa a Cosenza chiedendo di essere aiutato, non può assolutamente essere ignorata. Il grido accorato e disperato di quell’immigrato va ascoltato. Quell’uomo va aiutato e curato. È un suo diritto. Un Paese civile ha il dovere di farlo. Domani mattina chiederò ai servizi sociali della Regione di intervenire e, nell’ambito delle proprie competenze, di attivarsi, insieme all’Assessore alla povertà del comune di Cosenza, Padre Fedele, per la soluzione di questo caso umano”. È quanto afferma, in una nota, Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili e impegnato anche, con la Regione Calabria (Ufficio del capo di Gabinetto del Presidente Oliverio), per la promozione e tutela dei diritti umani. “Più tardi, come ho già preannunciato alla sua segretaria – aggiunge – mi sentirò con il mio fraterno amico Padre Fedele e insieme a lui vedremo già da domani mattina di affrontare questa triste vicenda. Sicuramente non lasceremo da solo questo povero e sfortunato immigrato. Chiederò alla Regione, ai servizi sociali di coordinarsi con il comune di Cosenza e con l’Assessore Padre Fedele per la soluzione di questo caso umano. Questa povera gente costretta ad azioni così eclatanti e disperate per farsi ascoltare, abbiamo il dovere di aiutarla. Sicuramente, al di là dei nostri attuali (ed effimeri) ruoli istituzionali, lo faremo io e Padre Fedele, così come dalla strada continuiamo a fare da oltre 30 anni, sempre accanto agli ultimi”.