COSENZA. Ha un solido pilastro in Calabria l’attività di NTT Data, la multinazionale nipponica che ha sede a Tokio e una presenza radicata in tutto il mondo, compresa una filiale a Rende, alle porte di Cosenza. Circa 80.000 professionisti impiegati in oltre 40 paesi (2.600 solo in Italia) e un fatturato che nell’anno 2015-2016 si è attestato a 13,5 miliardi di dollari. “NTT Data – si legge sulla scheda di presentazione sul sito aziendale – ha le sue radici in Italia dal 1968 e fornisce servizi e soluzioni It diversificati che includono consulenza, system integration e oursourcing”. Automotive, servizi bancari e finanziari, energia e utilities, assicurativo, manufacturing media e intrattenimento sono i settori in cui il colosso opera. Ma l’attività spazia anche in servizi per la pubblica amministrazione, retail telecomunicazioni, trasporto e logistica. Una delegazione dei manager giapponesi giunti dalla casa-madre di Tokyo, sta visitando, in questi giorni, la sede cosentina, in cui lavorano 200 persone. “Non è una cosa inconsueta – dice Walter Ruffinoni, amministratore delegato di NTT Data Italia – perché quello di Cosenza è uno dei poli più importanti dell’azienda, insieme a quello di Palo Alto, in California. Abbiamo discusso di nuovi investimenti e di un rafforzamento delle attività, – aggiunge Ruffinoni – e puntiamo a raddoppiare la nostra presenza nel Sud Italia, tra questa sede e quella di Napoli. Lavoriamo con le più grandi aziende italiane – sottolinea ancora Ruffinoni – nel campo della cyber security e nella produzione di importanti software proprietari”. “La NTT Data è in attività dagli anni ‘50, – dice dal canto suo Giorgio Scarpelli, Chief Technology Officer NTT Data Italia – e noi siamo nel gruppo dal 2010. Prima eravamo una piccola startup, nata nel 2001. Sottolineo il nostro ottimo rapporto con l’Università della Calabria, un eccellente ateneo. Noi abbiamo scommesso sulla voglia di rivalsa dei giovani laureati calabresi e abbiamo avuto ragione”. E anche Ruffinoni rimarca il clima favorevole offerto dalla Calabria. “Abbiamo trovato delle vere eccellenze e abbiamo piena fiducia nei ragazzi di Cosenza, ho trovato dei grandissimi lavoratori”, dice l’AD dell’azienda. Sottolineo che oggi ci sono cinque cosentini nei vertici nazionali della NTT, e questo qualcosa vorrà pure dire. Per noi lavorare in Calabria è stata una vera opportunità”. Un supporto importante per il radicamento dell’azienda a Cosenza è svolto, dunque, dall’Università della Calabria che, fornendo personale specializzato formato nelle sue facoltà, ha contribuito a determinare l’humus ideale. “L’Unical – spiega il rettore, Gino Mirocle Crisci – nasce come polo tecnologico e abbiamo dato il nostro contribuito a molte aziende del territorio che stanno crescendo. Ma è chiaro che non possiamo essere solo noi a fornire l’humus: serve l’apporto della politica, delle amministratori locali, delle associazioni”. Del resto, quella cosentina è un’area non del tutto nuova a esperienze nei settori più innovativi. Negli anni Ottanta, la prospettiva del piano telematico destinato all’informatizzazione dei servizi in Calabria, stimolò la nascita di aziende poi scomparse con lo svanire del progetto. La chiamavano significativamente “Crati valley”. Ben 1.200 miliardi di vecchie lire, gestiti attraverso il consorzio Telcal (Iri-Regione) avrebbero dovuto modernizzare la macchina amministrativa calabrese e i servizi a supporto dello sviluppo di attività imprenditoriali. Ma agli inizi degli anni Novanta, con il ridimensionamento delle partecipazioni statali, i soldi vennero meno e la “Crati Valley” oggi è un ricordo. “Di quella esperienza – dice Massimo Covello, segretario generale della Fiom Calabria – restano solo macerie. La presenza della NTT Data – aggiunge – è un segnale importante perché offre buone prospettive di crescita per la ricerca e l’occupazione”.