Il Portavoce del Comitato IL NO CHE SERVE, Comitato dei Civici e Riformatori per il NO in Calabria, Avvocato Nunzio Raimondi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Questi sono giorni gravidi di preoccupazione per il nostro Paese, e ciò non solo a causa del contesto internazionale destinato ad evolvere ulteriormente, rispetto a vecchi e nuovi problemi, verso soluzioni drastiche sopratutto nell’Europa continentale, quanto per la confusione generata,in Italia, da gravi travisamenti della politica su alcuni istituti costituzionali. Il primo vulnus alla democrazia sta proprio nel FAR CREDERE CHE CHI VOTA SI VUOLE IL CAMBIAMENTO MENTRE CHI VOTA NO LO RIFIUTA. Si tratta di una posizione manichea, semplicistica ed assolutamente strumentale alle posizioni di chi vorrebbe, con una pessima operazione comunicativa, far credere agli italiani che la scelta referendaria SI/NO equivalga ad una divisione fra due corpi unici e distinti. È vero invece proprio il contrario: mentre, infatti, l’opzione referendaria è assolutamente alternativa, il Paese che dibatte nel merito della Riforma non si divide affatto fra illuminati progressisti e biechi conservatori. L’Italia è molto migliore rispetto a come la presenta il dottor Renzi! C’è un’Italia maggioritaria, seria e raziocinante, che VUOLE SCEGLIERE MOTIVATAMENTE LA COSTITUZIONE, che vuole una RIFORMA CHE SERVE, NON UNA RIFORMA CHE PIACE TUTTA ALL’UNO O TUTTA ALL’ALTRO, essendo insita nell’alternativa una cristallizzazione delle posizioni che mal si concilia con i distinguo e le puntualizzazioni che ciascun argomento, di basilare importanza per la vita delle nostre istituzioni democratiche, richiede. Oltretutto, questo aspetto mostra una notevole arretratezza del nostro sistema.
Se, infatti, guardiamo alla situazione attuale, di un Governo – non legittimato dal consenso popolare – che s’imbarca in una proposta di riforma costituzionale, di un Parlamento – in parte eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale – che vota, sostanzialmente per ragioni di sopravvivenza della legislatura (recte: timore di perdere la poltrona), la riforma costituzionale con maggioranze “ballerine” e talora perfino rabberciate ovvero politicamente incoerenti, ci accorgiamo che l’alternativa referendaria non poteva non pervenire al giudizio popolare così gravida di contraddizioni, di contrasti, ad intra ed ad extra, esattamente come non avrebbero tollerato i padri costituenti, i quali posero, per riformare la Costituzione, una tale quantità e qualità di votazioni nei due rami del Parlamento, non solo per salvaguardare la Carta da modificazioni in senso autoritario, ma anche col fine di assicurare una chiarezza di posizioni da potersi rappresentare, in fine, al giudizio popolare. L’involuzione della vita politica italiana sta, quindi, qui a consegnarci un travisamento perfino degli scopi e della funzionalità costituzionale, capace di alterare profondamente il funzionamento dello stesso istituto referendario siccome pensato dai padri costituenti. Al popolo, al quale va riconosciuto il diritto-dovere di scegliere per ultimo le proprie regole fondamentali, non può essere attribuito, attraverso lo strumento referendario, nè il compito di legiferare direttamente (come avviene con il referendum propositivo, introdotto con questa riforma costituzionale), nè tampoco quello di ratificare riforme istituzionali intorbidite da procedure, nella sostanza, costituzionalmente scorrette. Ecco il motivo per il quale occorre votare NO! Non per conservare lo stato attuale ma per suscitare una riforma ponderata, UNA RIFORMA CONDIVISA E PENSATA DA GOVERNANTI ELETTI DAL POPOLO, DA PARLAMENTARI CHE ABBIANO DAVVERO A CUORE LA RAPPRESENTANZA E SOVRANITÀ POPOLARE e non certo da persone che agiscano soltanto in difesa delle loro poltrone senza guardare affatto al bene comune. L’alternativa si/no, infatti, non può servire – senza libero dibattito parlamentare, senza libertà effettiva dei rappresentanti della Nazione, senza libero voto (che non è libero non solo se metti la fiducia ma anche se minacci che se non “passa” la riforma ti dimetti e “si va tutti a casa”) – nè ad abrogare le leggi, nè a proporle, tampoco quelle costituzionali”.