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Musica a Catanzaro, in 10.000 al parco per Vecchioni. Enzo Bruno consegna il Pitagora d’argento

Musica a Catanzaro, in 10.000 al parco per Vecchioni. Enzo Bruno consegna il Pitagora d’argento

CATANZARO. Con la immensa platea del Parco della Biodiversità Mediterranea, il “professore” della musica italiana ha abilmente creato una connessione emotiva straordinaria. Oltre diecimila persone hanno partecipato all’evento della seconda serata dell’edizione numero X di “Settembre al Parco – NaturArt: suoni, voci e forme della natura”, la manifestazione organizzata dall’Amministrazione provinciale di Catanzaro, guidata dal presidente Enzo Bruno, con l’intento di valorizzare la straordinaria struttura, patrimonio naturalistico e culturale dell’intera regione. Roberto Vecchioni incanta e commuove, registrando il pienone. Con la sua poesia narrante ha voluto raccontare “affetti, passione e gioia dell’essere al mondo e di sperare che il mondo sia una cosa felice”. E’ lui stesso ad illustrare il percorso di un concerto che lascerà il segno, incontrando con grande disponibilità i giornalisti prima di salire sul palco, senza risparmiare sorrisi, e perfino elargendo apprezzamenti su Catanzaro che ha dichiarato di considerare “una bella città”. Vecchioni invita tutti a “cercare e trovare la felicità nelle piccole cose, anche nelle difficoltà. Perché, in fondo, “la malinconia è la felicità del dolore. E il successo conta poco: il successo è quando stai al bar con gli amici, quando vedi i tuoi figli crescere”.

Roberto Vecchioni si è intrattenuto con il presidente della Provincia Bruno, prima dell’inizio del concerto presentato dalla giornalista Rossella Galati, e ha poi ricevuto in dono il Pitagora d’argento, Pitagora d’Argento realizzato dall’orafo crotonese Michele Affidato, ma anche due volumi prodotti (consegnati dalla dirigente Rosetta Alberto) dell’Ente relativi al Parco della Biodiversità e al Marca Open, lo spazio riservato alle sculture internazionali. Il presidente Bruno ha voluto ringraziare prima di tutto Vecchioni per la disponibilità e la presenza che attribuisce alla manifestazione un particolare valore artistico e culturale, ma anche le diecimila persone – da evidenziare che le presenze sono registrate attraverso la diffusione di taglianti della biglietteria automatica della EsseEmme Musica di Maurizio Senese – che hanno sostenuto con la propria partecipazione la riuscita di questa splendida serata. A voi tutti assicuriamo un rinnovato impegno nel preservare e valorizzare il Parco, patrimonio culturale e naturalistico nel cuore del Capoluogo di regione, che però appartiene a tutti. Per questo vi chiediamo, ancora una volta, di aiutarci a preservarlo dagli atti vandalici e dall’incuria: abbiamo bisogno della responsabilità civica di quanti lo frequentano quotidianamente. Proprio ieri abbiamo riconsegnato il Parco dei Folletti e il Castello completamente ristrutturali per la gioia dei più piccoli. Dobbiamo essere insieme i custodi del Parco – ha detto ancora il presidente -. Sono particolarmente felice dell’ampia partecipazione che premia gli sforzi organizzativi di una kermesse che punta a valorizzare il Parco e il suo patrimonio culturale, realizzata con l’importante contributo economico della Regione e dei tanti sponsor privati che hanno voluto sostenere il messaggio positivo che con Settembre al Parco andiamo a diffondere”. Partito il 21 giugno da Milano, il tour di Roberto Vecchioni “La vita che si ama” è ispirato all’ultimo libro dell’artista, edito da Einaudi nel quale esplora la felicità partendo dall’universo degli affetti. Il filo conduttore dello spettacolo è costituito dai frammenti della memoria personale racchiusi in 45 anni di canzoni, da quelle meno consuete come “Stelle” e “Figlio figlio figlio” a “Sogna ragazzo sogna”. La scelta è quella di prediligere i brani personali rispetto a quelli intellettuali per raccontare, attraverso la musica e le parole, la felicità che ci si porta sempre addosso, le gioie vissute, i dolori dimenticati e superati che appartengono a quel tempo definito da Vecchioni “verticale”. Il cantautore in questo spettacolo gioca con l’ironia, si immerge nel ricordo, rincorre la sua passione per costruire un bilancio in cui i giorni che sembravano più neri hanno lasciato il posto a quelli più luminosi. Vecchioni lascia volutamente da parte il repertorio costituito da personaggi mitici e storici che frequenta solitamente per creare un clima intimista ed attingere dalle cose belle della propria vita, come il ricordo della mamma descritta in “Dimentica una cosa al giorno” e “Un lungo addio” dedicato alla figlia. Non sono mancati però i classici da “Luci a San Siro” a “Chiamami ancora amore”, accompagnato dalla storica band: Ruggero Pazzaglia alla batteria, Marco Magelli il bassista, Massimo Gelmini alla chitarra e Lucio Fabbri.

E questa sera alle 22 l’appuntamento è con la festa di Musica Popolare: sul palco, I Musicanti del Vento, Antonio Grosso e Le Muse del Mediterraneo.

 

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