GIOIA TAURO. “Pensiamo che non sia sufficiente l’accordo siglato a Roma sui pesantissimi esuberi di Mct che ha portato all’istituzione di una Agenzia gestita dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro per sanare le difficoltà che sta attraversando il territorio, ma vi è la necessita di ulteriori strumenti, quali il riconoscimento delle aree di crisi industriale complesse e della Zes, strumenti che possono attrarre investimenti e dall’altra parte offrire tutti quei capannoni dismessi nell’area industriale retro portuali, gratuitamente specie nello Start-Up iniziale, così facendo potremmo ridare prospettive lavorative e dignità ai lavoratori”. Lo afferma il segretariod ella Fiom-Cgil comprensoriale, Pasquale Marino, il quale ricorda i provvedimenti messi in campo dal Ministro Poletti a beneficio delle aree di crisi industriali complesse, individuate nei territori di Gela, Piombino, Livorno, zona di Ascoli Piceno, Rieti, Termini, Trieste, Taranto e all’interno del Molise. “Gli interventi – ricorda -riguardano l’allungamento della durata degli ammortizzatori sociali che dovrebbero riguardare circa 35/40 mila lavoratori per tutto il 2016 ed un sussidio di 500 euro per coloro che sono fuori da ogni possibile prestazione di sostegno al reddito”. Marino, nel rilevare il mancato inserimento di Gioia Tauro, spiega che non è “sufficiente l’accordo siglato a Roma sui pesantissimi esuberi di Mct che ha portato all’istituzione di una Agenzia gestita dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro per sanare le difficoltà che sta attraversando il territorio, ma vi è la necessita – aggiunge – di ulteriori strumenti, quali il riconoscimento delle aree di crisi industriale complesse e della Zes, strumenti che possono attrarre investimenti e dall’altra parte offrire tutti quei capannoni dismessi nell’area industriale retro portuali, gratuitamente specie nello Start-Up iniziale, così facendo potremmo ridare prospettive lavorative e dignità ai lavoratori”.