Nel 1* semestre 2016, in Calabria, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, se da un lato è aumentata la domanda delle abitazioni (+4,7%), dall’altro sono calati i prezzi di offerta sul mercato (-1,3%). Sono questi alcuni dati emersi dall’Osservatorio di Casa.it (www.casa.it), che ha analizzato il mercato residenziale a livello nazionale e regionale. L’aumento della domanda di abitazioni riguarda tutte le città – si legge in una nota – capoluogo di provincia della regione, seppure con valori variabili. Le più dinamiche risultano Catanzaro (+7,6%) e Crotone (+5,5%), seguite da Reggio Calabria (+4,1%), Cosenza (+3,7%) e Vibo Valentia (+2,5%). Per quanto riguarda i prezzi degli immobili residenziali in offerta sul mercato (-1,3% a livello regionale), tra le città si segnala il segno più solo per Crotone, che sfiora l’1%. Nel resto della Regione, scendono i valori che i proprietari offrono sul mercato, che, evidentemente, non riesce ancora a trovare un punto di equilibrio ben stabile. Le città che hanno sofferto maggiormente sono Vibo Valentia (-2,8%), e Cosenza (-2,2%). Calo più contenuto a Catanzaro (-1,5%) e Reggio Calabria (-1,1%). Qual è il prezzo medio di un’abitazione oggi sul mercato calabrese? A livello regionale il prezzo è di 1.240 euro/mq e il budget a disposizione delle famiglie per l’acquisto è di 99.200 euro. Prezzi pressochè omogenei nelle singole città, con Crotone a guidare la classifica (1.380 ?/mq), davanti a Reggio Calabria e Catanzaro, entrambe a 1.210 ?/mq. In coda, non troppo distanti, Cosenza (1.200 ?/mq) e Vibo Valentia (1.180 ?/mq). “Un aumento della domanda di quasi 5 punti rispetto all’anno scorso è un segnale molto incoraggiante per il mercato immobiliare calabrese, poichè conferma che i dati positivi già registrati nel 2015 si stanno consolidando – afferma Alessandro Ghisolfi, Responsabile del Centro Studi Casa.it – Bisogna tuttavia restare prudenti prima di affermare che il ciclo negativo sia concluso, le debolezze macroeconomiche del Paese influiscono ancora molto sulle decisioni di acquisto delle famiglie”.