CATANZARO. “E’ giunto il tempo in cui riappropriarci del nostro territorio. E’ nostro, ci appartiene. Non lasciamocelo rubare dal degrado e dall’incuria, come anche dagli abusi di uomini senza scrupoli”. A dirlo è stato il vescovo della Diocesi di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva nel suo messaggio in occasione del Giubileo diocesano della Montagna – 11ma Giornata per la custodia del creato, svoltosi con un pellegrinaggio alla Croce giubilare del pellegrino collocata a poco meno di 1200 metri di altitudine, sul monte Acatti, nel territorio di Samo. “Questo nostro incontro cade in un’ora difficile per il nostro paese” ha detto il Presule rivolgendo il proprio pensiero alle popolazioni del Centro Italia colpite dal violento terremoto dei giorni scorsi. “La terra che trema – ha detto – ci pone davanti da una parte la sua fragilità e dall’altra l’urgenza di porre rimedio ai danni che derivano dalla mano dell’uomo. Oggi mentre noi apprezziamo la bellezza di questo luogo che è un vero Santuario all’aperto, dall’altra molti stanno pensando a come ricostruire antichi borghi distrutti dal violento sisma”. Nel suo messaggio, mons. Oliva ha richiamato ognuno a mantenere stili di vita, comportamenti rispettosi e attenti di fronte al creato. “Il dialogo con la natura – ha spiegato – implica in primo luogo il riconoscere l’altro, una realtà che sta fuori e accanto a te, che scopri e accogli nella sua entità e bellezza. La natura che ci sta attorno richiama l’Essere che l’ha creata ed è riflesso della sua bellezza”. Il presule ha ricordato i segni che nel corso dei secoli hanno segnato anche il nostro territorio, con i terremoti ha ricordato le alluvioni e le frane, ma anche “altre sofferenze più direttamente legate alle mani dell’uomo”, le costruzioni abusive, la cementificazione selvaggia, l’inquinamento.