“Nei giorni scorsi si è tenuta una seduta del Consiglio regionale che passerà alla storia non per quello che è stato detto e fatto, ma per quello che non è stato né detto né fatto”. Lo afferma, in una nota, il Coordinamento regionale del Partito comunista italiano. “Infatti, la seduta – si aggiunge – era una delle pochissime occasioni, viste le sue rare riunioni, affinché il Consiglio regionale si potesse occupare delle recenti inchieste giudiziarie promosse dalla Dda e dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria denominate ‘Fata Morgana’, ‘Rhegion’, ‘Mamma Santissima’ e ‘Alchemia’ che hanno cominciato a scoperchiare il verminaio del blocco di potere politico-affaristico-massonico-mafioso che domina a Reggio Calabria e che toccano anche pesantemente il Consiglio regionale della Calabria. Ma durante la seduta su tutto questo è calato il silenzio tombale. Non si è parlato delle inchieste, ma, cosa ancora più grave, non si è parlato e non si è assunta nessuna iniziativa neanche sulla scandalosa vicenda che riguarda il Vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco D’Agostino sulla quale tutti i consiglieri, nessuno escluso, hanno mantenuto un religioso silenzio per non disturbare i manovratori: in questo caso ci sono i manovratori palesi, da Oliverio a Irto, e poi ci sono anche quelli occulti dietro le quinte, ben presenti nel Palazzo Campanella. Ricordiamo che il Vicepresidente del Consiglio regionale, di area Pd e diretta emanazione di Oliverio, è indagato per reati di ndrangheta. Per comprendere la gravità della vicenda è doveroso ricordare che la Dda ha addirittura formalmente chiesto l’arresto del Vice Presidente D’Agostino in quanto nei suoi confronti si ipotizza il gravissimo reato di intestazione fittizia di beni, aggravata dall’avere agevolato la ‘ndrangheta. Ebbene non c’è stato un solo consigliere che abbia sollevato il problema, né di maggioranza né di finta minoranza. Il PD con i suoi esponenti regionali e locali sforna comunicati e dichiarazioni in cui fa sfoggio di una legalità parolaia che non corrisponde affatto alla concreta pratica politica poiché nei fatti il Pd, insieme a tutto il Consiglio regionale, si dimostra complice e connivente di un personaggio indagato per ‘ndrangheta, alla faccia della legalità e della lotta alla mafia di cui costoro blaterano”. “É stato uno spettacolo davvero indecoroso – conclude il Pci – che offende la Calabria ed i calabresi, che sono le vittime di una vera e propria occupazione delle Istituzioni da parte delle cosche della ‘ndrangheta”.