CASSANO IONIO. Appresa la notizia che l’Agenzia nazionale per i Beni confiscati in Calabria alla criminalità organizzata intende destinare l’Hotel Sybaris, “ubicato nell’area ad alta vocazione turistica del comune jonico” a un centro d’accoglienza per migranti, il sindaco Gianni Papasso, ha trasmesso una missiva al Prefetto Umberto Postistione, invitandolo “a una riflessione sull’opportunità di portare avanti l’iniziativa e chiedendo, allo stesso tempo, un incontro urgente per esplicitare i motivi delle perplessità e preoccupazioni espresse”. Papasso lamenta il fatto che il sindaco di Cassano, “democraticamente eletto, non sia stato informato e coinvolto, facendo venir meno il ruolo che ogni primo cittadino riveste e che ha il diritto/dovere di esercitare quando si assumono decisioni che vanno ad incidere sulla vita della comunità e, paradossalmente, vanificando il senso stesso delle consultazioni elettorali, nonché di avere appreso che, a seguito della riunione tenutasi a Reggio Calabria, il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, ha avanzato una manifestazione di interesse per la definitiva destinazione del bene in questione, a Centro di Accoglienza per Immigrati, cosa che – ha sottolineato – gli ha suscitato grandi perplessità e preoccupazioni.” Sull’Hotel Sybaris, scrive Papasso, “il comune di Cassano All’Ionio aveva già manifestato interesse e che già era in corso una trattativa, con il coinvolgimento della Diocesi di Cassano, con i vescovi Galantino prima e Savino poi, l’Unical, con il Rettore Prof. Crisci, l’Associazione Libera e addirittura il Ministero dell’Istruzione. Il sindaco sottolinea “che Cassano All’Ionio si è qualificata quale “Città dell’Accoglienza”, per l’innato senso di ospitalità dei cittadini, che ha consentito la perfetta integrazione nel tessuto sociale di un grande numero di cittadini stranieri, comunitari ed extracomunitari. Infatti – ha argomentato – nel comune sibarita, con una popolazione di circa 18.000 abitanti, alla data del 17 giugno scorso, risultano residenti ben 1.463 cittadini stranieri. A questi, vanno, inoltre, aggiunte – sostiene – oltre 500 persone comunitarie ed extracomunitarie identificate, che vi si stabiliscono per periodi brevi e per motivi di lavoro”. Nella missiva destinata al prefetto Postiglione, il primo cittadino ha aggiunto che sul territorio cassanese “non c’è presenza di accampamenti di fortuna e che tutti gli stranieri vivono in abitazioni dignitose. Cassano – ha aggiunto – è la città ove si porta avanti con successo il progetto territoriale dei servizi di accoglienza integrata SPRAR per i cittadini di Paesi Terzi, richiedenti asilo. Io stesso – scrive – per forma mentis e per il mio percorso di vita politica, ritengo giusto e sacrosanto tendere la mano a questa umanità che fugge da guerre e miseria”. Ciononostante, Papasso ritiene che “ogni soluzione, che la società ha l’obbligo di ricercare, non debba andare a pregiudicare la realtà economica e sociale dei territori individuati per l’istituzione di centri di accoglienza. Questo, – dice – potrebbe accadere se l’iniziativa decisa nella recente riunione tenutasi presso l’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati di Reggio Calabria, avesse un seguito poiché il turismo a Cassano All’Ionio è la principale valvola di sfogo per un’economia già di per sé dissestata a causa dei ritardi accumulati in anni di inadempienze e di mancate risposte, da parte delle istituzioni sovra comunali e per il bisogno di sviluppo e di crescita delle popolazioni residenti nella Piana più vasta e fertile della Calabria”.